Nei documenti degli ispettori di Bankitalia il nome di pappà Boschi compare due volte. Il dossier "Banca Etruria" mette nero su bianco le "carenze nella gestione della crisi" del padre della ministra Boschi quando era vicepresidente dell'istituto di credito toscano. "Fidejussioni del tutto inefficaci nel 91 per cento dei casi", strutture che "non erano adeguate a fronteggiare l'imponente crescita delle partite anomale. Tali insufficienti risultati riflettono anche il contenuto impiego di personale per la gestione del credito deteriorato, pari a 19 unità".
Sono questi alcuni dei passggi del documento di 14 pagine redatto dall'ispettore di palazzo Koch, Giordano DI Veglia. Sono state segnate come "riservatissime" e documentano tutte le magagne della banca dell'Etruria e del Lazio, quella gestione dissennata dell'ultimo Cda dell'isituto. L'ispezione di Bankitalia iniziò nel novembre del 2014 e si chiuse nel febbraio del 2015. Valutazione: sfavorevole. In una scala da 1 a 6, il giudizio negativo su Banca Etruria è stato massimo: 6 punti.
Per questo a fianco del nome di molti amministratori, tra cui Pier Luigi Boschi, appare la richiesta di sanzioni economiche.
La motivazione addotta contro il padre della ministra di Renzi, contro cui sono state presentate ben 11 contestazioni, sono queste: "Carenze nel governo, gestione e controllo dei rischi e connessi riflessi sulla situazione patrimoniale" e "politiche e prassi di remunerazione e incentivazione nelle banche e nei gruppi bancari". Se dopo le controdeduzioni di Boschi Bankitalia lo riterrà opportuno, per il papà della Boschi scatterà una multa, dopo quella di 144mila euro del 2012.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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