Mentre c'è chi protesta (pochi, per la verità e chiusi nel piccolo mondo antico sindacale della scuola), il percorso di studio di 4 anni, invece che 5, per gli istituti tecnici e professionali è già una realtà. Colta al volo, da alcune regioni, come la Lombardia, il Friuli, la Calabria ad esempio, pronte a partire già dal prossimo anno scolastico, anche se per ora in fase solo di sperimentazione. In Lombardia l'obiettivo che pare realizzabile è di coinvolgere almeno 60 scuole. Gli Istituti hanno tempo fino al 12 gennaio per presentare le manifestazioni di interesse al ministero. Poi dal 18 gennaio saranno aperte le iscrizioni agli studenti per intraprendere già da settembre il nuovo modello di scuola. Che, va detto, non va banalizzato leggendo il «taglio» di un anno. Il percorso previsto infatti parla di «4+2», facendo seguire ai 4 anni di superiori, i 2 anni degli Its Academy, le scuole d'eccellenza ad alta specializzazione. Una sorta di rivoluzione dietro ai banchi dove il cambiamento deve sempre fare i conti con i troppi freno a mano tirati da chi vuole che tutto resti sempre com'era. O spesso come, fu, al passato remoto. Voluto fortemente dal ministro Valditara, il progetto ha bruciato le tappe e ora punta a rafforzare il raccordo tra scuola e impresa con una «filiera della formazione tecnica e professionale di serie A». Per diventare «quadriennali» infatti gli istituti devono dimostrare di poter incentivare l'apprendimento «on the job» con progetti di internazionalizzazione e di ricerca importanti. Che puntano (e non guardano e basta) al futuro.
Come ad esempio l'istituto Tosi di Busto Arsizio, nel milanese che non solo è al già al via, ma domenica ha programmato un open day specifico per gli studenti interessati. Cosa offre? Ad esempio tirocini all'estero già dal secondo anno, l'arabo come terza lingua e almeno 8 settimana all'anno di scuola-lavoro qualificata.
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