L'effetto economico della pandemia sugli italiani ha determinato due conseguenze antitetiche. Da un lato, la liquidità sui conti correnti e' aumentata di 110 miliardi, dall'altro lato si è ridotto il numero di italiani in grado di risparmiare. È quanto emerge dall'indagine sul risparmio di Intesa Sanpaolo e del Centro Einaudi nel quale si evidenzia un sostanziale clima di fiducia per quanto riguarda le dinamiche relative ai prossimi 12-18 mesi con l'auspicio che un clima «di prospettiva positiva» consenta di mobilitare la liquidità sui conti correnti a beneficio della ripresa economica. Il 64% degli interpellati, tuttavia, vorrebbe non vincolare i propri risparmi per eventuali urgenze, indipendentemente dalla minaccia dell'inflazione. Si tratta della parte più anziana del campione intervistato, caratterizzato da un'appartenenza al ceto medio-basso e da limitata istruzione. Il restante 36%, che include i laureati, i giovani e gli appartenenti al ceto medio-alto e alto, è di opinione diversa e vorrebbe invece rilanciare i propri consumi. L'indice di soddisfazione più elevato tra tutte le classi di investimento va al risparmio gestito, con un rapporto tra soddisfatti e insoddisfatti di 6 a 1. Gli obiettivi principali nel 2021 restano nel lungo periodo la sicurezza, con il desiderio di non perdere o ridurre il capitale investito, e nel breve la liquidità.
Il ceto medio, infine, è pronto a spendere di nuovo e lo farebbe per viaggi, una nuova auto o una casa nuova. «La variante Omicron del coronavirus non farà deragliare la ripresa: l'Italia vive un momento molto favorevole», ha commentato Gregorio De Felice, capo economista di Intesa Sanpaolo.
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