Italicum, Berlusconi vuole stanare il Pd. Il vertice con Salvini

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Italicum, Berlusconi vuole stanare il Pd. Il vertice con Salvini

Roma - Silenzio, comincia il valzer. Nessuno vuole perdere la poltrona nelle Commissioni parlamentari. Ma c'è chi aspira ad occuparla. Anche i più strenui oppositori di Matteo Renzi, come il presidente della Commissione Bilancio, Francesco Boccia, o il bersaniano Guglielmo Epifani, da settimane non rilasciano interviste e sono spariti dai radar di Montecitorio. Così in un contesto non certo facile per il premier Renzi si inserisce il risiko delle presidenze delle Commissioni che dovrà essere sciolto entro il primo luglio.

Una data cerchiata in rosso nel calendario votato dalla conferenza dei capigruppo di Montecitorio. Mentre al Senato, dove la maggioranza ha un margine di vantaggio risicato (di nove senatori), e dove ogni voto può determinare le sorti della legislatura, il grande gioco della Commissioni è stato rimandato al mese di settembre.

In queste ore il premier sta riflettendo su quale sia il giusto approccio per tenere insieme il Pd, in affanno a causa della vicenda Mafia Capitale, dei recenti risultati elettorali e dei sondaggi non più lusinghieri. Di certo, l'ipotesi sul tavolo è quella di sostituire le tre «poltrone» in capo a Forza Italia: Affari Costituzionali, Difesa e Finanza. Nella prima, dove al momento risiede Francesco Paolo Sisto, è sfida a tre fra Emanuele Fiano (ex Ds, ma oggi di rito franceschiniano), Matteo Richetti (renziano della primissima ora) e Marco Di Maio (sponsorizzato da Maria Elena Boschi). Fiano sarebbe in vantaggio, ma non è da escludere che alla fine, «per sparigliare», Renzi punti tutto sul giovane Di Maio. Per la Difesa, adesso presieduta da Elio Vito, si fanno i nomi di Francesco Paolo Garofani (sentinella del capo dello Stato, Sergio Mattarella, a Montecitorio), di Gianpiero Scanu e di Rosa Calipari (ex veltroniana, adesso in area Franceschini). Ma sembrerebbe essere in vantaggio Scanu, per l'esperienza maturata negli ultimi anni nel settore difesa.

Upgrade per due volti del renzismo che dall'inizio della legislatura lavorano intensamente nelle Commissioni. Si tratta di Silvia Fregolent e di Flavia Nardelli Piccoli . La prima è stata una delle organizzatrici dell'ultima Leopolda, ed è in volata verso la presidenza della Commissione Finanze. La seconda, invece, per anni segretario generale dell'Istituto Sturzo, è una renzianissima della prima ora, è in pole position per sostituire Giancarlo Galan alla Commissione Cultura.

In questa cornice, come dicevamo sopra, sembra «strategico» il silenzio di Francesco Boccia , che secondo voci di Palazzo potrebbe essere riconfermato come presidente della Commissione Bilancio. Stesso discorso vale per l'ex segretario Cgil Guglielmo Epifani , che oltre ad aver addolcito la posizione su Renzi, è ritenuto dai membri della Commissione Attività produttive «un presidente bipartisan ed equo». Per altri motivi si potrebbe liberare la presidenza della Commissione Lavoro, oggi presieduta da Cesare Damiano .

Quest'ultimo potrebbe essere il profilo adotto per la carica di vice ministro allo Sviluppo Economico. Al suo posto, quindi, potrebbe arrivare Carlo Dell'Aringa : docente di economia, che ha definito il Jobs Act «la strada giusta verso la ripresa». Un caso?

Twitter: @GiuseppeFalci

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