Lo "ius scholae" è più vicino. Fi: sì, ma senza automatismi

Ok azzurro al testo di Iv, Pd, M5s sulla cittadinanza. Esclusi 200 emendamenti Fdi e Lega, che scrive a Fico

Lo "ius scholae" è più vicino. Fi: sì, ma senza automatismi

L'apertura di Forza Italia sulla cittadinanza non era scontata ma nemmeno inattesa, alla luce delle posizioni passate del leader Silvio Berlusconi e più di recente, il 9 marzo scorso, della votazione del testo comune sullo ius scholae in commissione Affari istituzionali della Camera. Berlusconi, che ha sempre lasciato libertà di coscienza sul tema, si era espresso contro lo ius soli, ma non contro lo ius soli temperato, e avrebbe spiegato ai suoi che «non esiste un'ostilità pregiudiziale, ma che anzi non ha obiezioni e si fida dei suoi parlamentari».

A dire sì lo scorso 9 marzo, oltre a Pd, M5s, Leu e Italia viva, è arrivata anche Forza Italia. Si è astenuta Coraggio Italia. Il no, seguito da una valanga di emendamenti, è arrivato da Lega e Fratelli d'Italia, con alcuni tentativi di modifica del testo pittoreschi quali conoscere i santi patroni delle diverse città e regioni, padroneggiare il presepe come le specialità enogastronomiche e così via. Ma di fronte alla definizione di «insulto» espressa nei confronti di alcuni emendamenti della Lega da parte dal relatore di M5S, Giuseppe Brescia, che è anche presidente della commissione Affari costituzionali, la Lega ha scritto al presidente della Camera, Roberto Fico, perché vigili esercitando «il proprio compito di controllo della legalità e correttezza delle prassi e delle procedure parlamentari».

Su 730 proposte di modifica presentate in commissione, ieri ne sono state bocciate più di 200, prevalentemente di Fdi. Oggi alle 15 scade il tempo per i ricorsi, dopo i lavori d'aula è prevista una seduta in cui esprimere i pareri.

La proposta è stata ribattezzata ius scholae, perché il diritto alla cittadinanza arriva proprio dall'aver frequentato la scuola almeno per un ciclo di cinque anni. La proposta di legge prevede che il minore straniero nato in Italia o che vi abbia fatto ingresso entro i 12 anni di età, che abbia risieduto legalmente e senza interruzioni in Italia e abbia frequentato regolarmente per almeno 5 anni nel nostro Paese «uno o più cicli scolastici» possa acquistare la cittadinanza italiana, attraverso una dichiarazione di volontà di entrambi i genitori da fare entro il compimento dei 18 anni. Entro due anni dalla maggiore età, l'interessato può rinunciare alla cittadinanza italiana se in possesso di altra cittadinanza. Viceversa, se i genitori non fanno richiesta, si prevede che il ragazzo ormai diciottenne possa provvedere da sé entro due anni dal raggiungimento della maggiore età.

L'azzurra Annagrazia Calabria, vice presidente della commissione Affari costituzionali della Camera, spiega con «l'escludere qualsiasi automatismo» il senso degli emendamenti di Forza Italia, che richiedono per i minori stranieri nati in Italia la frequenza regolare e la conclusione positiva di scuola elementare e media, ovvero 8 anni di scuola e non solo 5, o di percorsi di istruzione e formazione professionale. Per quanto riguarda i minori di dodici anni arrivati in Italia, Forza Italia chiede la frequenza regolare, fino ai sedici anni, e la conclusione positiva di uno o più cicli scolastici.

Precisazioni queste, necessarie a tranquillizzare anche chi nel partito, come Maurizio Gasparri, ritiene che rivedere le norme non sia «una priorità», che dovrebbero essere introdotti «esami più rigorosi» e annuncia battaglia in Senato.

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