La prima jihadista nell'Ue. Giallo sulla fuga in Siria

Hayat Boumedienne è la sposa di uno dei tre stragisti. Ma per alcuni 007 non c'entra: sarebbe in Medio Oriente

Gli inquirenti francesi non hanno avanzato ipotesi sulle affiliazioni dei fratelli Kouachi e del loro complice Amedy Coulibaly. I due gruppi jihadisti di cui si è parlato nei tre giorni di quasi guerra a Parigi - Al Qaida e lo Stato islamico di Irak e Siria - non hanno rivendicato l'azione e c'è l'ipotesi che i giovani terroristi abbiano agito indipendentemente. Tracce raccolte finora sollevano però un dubbio preoccupante secondo alcuni analisti: che l'Europa possa essere terreno di una competizione tra gruppi islamisti, legata all'evolversi del conflitto siriano. Nel 2013, il ramo siriano di Al Qaida, Jabhat Al Nusra, ha preso le distanze dall'attività e dalle azioni dello Stato islamico in Siria e Irak, il gruppo su cui da mesi si focalizzano i servizi segreti internazionali.

Al Qaida nella Penisola Arabica - la filiale yemenita - ha firmato ieri un audio messaggio che si ferma poco prima di una rivendicazione: «Alcuni francesi non sono stati educati con i profeti e questo è il motivo per il quale membri dei credenti... sono andati a insegnare loro come ci si comporta», scandisce la voce di Harit Al Nazari, della rete yemenita.

Da giorni, indiscrezioni d'intelligence portano sulla pista della più vecchia organizzazione terroristica. Fonti dei servizi segreti francesi e americani già giovedì sera rivelavano che Said Kouachi avrebbe passato mesi in Yemen e che lì sarebbe stato addestrato da Al Qaida, firma che i fratelli hanno urlato a un passante mentre entravano nel palazzo di Charlie Hebdo. Secondo una fonte della sicurezza yemenita riportata da Reuters , il giovane avrebbe incontrato lì Anwar Al Awlaki, leader del gruppo ucciso da un attacco americano con i droni nel 2011. Braccato in una tipografia fuori Parigi, Cherif Kouachi ha parlato con la tv Bfmtv , ribadito la firma Al Qaida in Yemen e fatto il nome di Awlaki come «finanziatore». Coulibaly avrebbe invece citato lo Stato islamico, ma l'audio non è stato passato dall'emittente.

Le intelligence di Washington e Parigi, dopo aver analizzato i legami yemeniti, starebbero cercando di capire se i Koauchi abbiano agito indipendentemente o sotto un esplicito ordine. I tre giorni di Parigi sollevano una temibile ipotesi, che vedrebbe l'Europa terreno di uno scontro tra gruppi jihadisti. «Se Al Qaida fosse coinvolta potrebbe essere in parte per competere con lo Stato islamico - ha spiegato a Newsweek Nigel Inkster dell'International Institute for Strategic Studies - Per diverso tempo ci siamo chiesti se confrontata con la sfida dello Stato islamico Al Qaida nella Penisola Arabica avrebbe cercato di riaffermare le proprie credenziali. È una supposizione ragionevole, visto che ha perso l'attrattiva tra i giovani jihadisti della comunità internazionale». Se così fosse, la tattica di appoggiarsi a lupi solitari, meno controllabili dai servizi, sarebbe una svolta preoccupante per Europa e Stati Uniti.

Al Qaida in Yemen è una delle filiali operative più attive della rete del terrore e ha il mandato per agire all'estero.

L'anno scorso, uno dei leader, Nasser Bin Ali Al Ansi, ha incoraggiato in un video attacchi di «lupi solitari». La pubblicazione in lingua inglese del movimento, Inspire , nel 2013 metteva proprio il vignettista Charb su una lista dei personaggi «ricercati vivi o morti».

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