Jobs act, altra grana per Renzi. Il garante della privacy avverte: "No a forme di controllo ingiustificate"

Il garante: "Un più profondo monitoraggio di impianti e strumenti non deve tradursi in una indebita profilazione delle persone che lavorano"

Jobs act, altra grana per Renzi. Il garante della privacy avverte: "No a forme di controllo ingiustificate"

L'ultima grande del governo si chiama Jobs Act. "Nei rapporti di lavoro il crescente ricorso alle tecnologie nell’organizzazione aziendale, i diffusi sistemi di geolocalizzazione e telecamere intelligenti hanno sfumato la linea - un tempo netta - tra vita privata e lavorativa. È auspicabile che il decreto legislativo all’esame delle Camere sappia ordinare i cambiamenti resi possibili dalle innovazioni in una cornice di garanzie che impediscano forme ingiustificate e invasive di controllo, nel rispetto della delega e dei vincoli della legislazione europea". Nella sua relazione annuale, il Garante della privacy Antonello Soro parla così del decreto attuativo del Jobs Act, che - di fatto - cancella l’articolo 4 dello Statuto dei lavoratori sui controlli a distanza.

"Un più profondo monitoraggio di impianti e strumenti - avverte Soro - non deve tradursi in una indebita profilazione delle persone che lavorano. Occorre sempre di più coniugare l’esigenza di efficienza delle imprese con la tutela dei diritti: obiettivo che ha ispirato tutte le decisioni dell’Autorità nelle numerose verifiche preliminari nonchè nelle linee guida in materia di biometria".

Pure la Cgil si è schierato contro le norme del Jobs Act. "Il governo ha scelto da che parte stare: non serve più l’accordo sindacale per controllare i lavoratori e si cancellano i limiti previsti dalla legge 300. Il Grande Fratello è niente in confronto a quanto previsto da questo provvedimento", denuncia il sindacato che ha organizzato due flash mob nelle città di Roma e Bari.
Le due iniziative danno il via alla campagna itinerante promossa dalla Cgil Nazionale contro le modifiche all’articolo 4 dello Statuto dei diritti dei Lavoratori sul controllo a distanza previste dal decreto attuativo del Jobs Act. Nei prossimi giorni, con lo slogan "No accordo no controllo", si terranno mobilitazioni in molte piazze d’Italia per sensibilizzare l’opinione pubblica e fare pressione sul Parlamento per ripristinare regole di rispetto dei diritti e della dignità dei lavoratori.
Per la Cgil si pone "un problema di dignità e di equilibrio nei confronti dello strapotere aziendale, di maggiori possibilità di ricatto nei confronti delle persone che lavorano, sole e non più tutelate dall’Articolo 4 dello Statuto".

Ma per il sindacato di corso d’Italia non solo si colpiscono ancora una volta i lavoratori, ma lo si fa senza alcun beneficio economico sull’altro piatto

della bilancia: "Questo decreto non aumenta la competitività delle imprese, non aumenta la produttività del lavoro, non facilita gli investimenti, nazionali o esteri, permette però ad alcune imprese di fare la faccia feroce".

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