Gli americani, in ogni settore dell'elettorato, rimangono in maggioranza favorevoli all'aborto e bocciano la decisione con la quale la Corte Suprema a giugno ribaltò la storica sentenza del 1973, la «Roe vs. Wade», con la quale per quasi cinquant'anni era stato garantito il diritto all'interruzione di gravidanza su tutto il territorio Usa. Gli elettori dell'ultra conservatore Kansas sono accorsi alle urne per respingere in un concomitante referendum un emendamento alla Costituzione dello Stato che, se approvato, avrebbe consentito all'Assemblea legislativa, controllata saldamente dai repubblicani, di introdurre una serie di restrizioni all'aborto, se non il divieto totale. Un test significativo dell'orientamento dell'elettorato, al di là dei colori politici, come indica la trasversalità dei sondaggi. Soprattutto, un risultato clamoroso, accolto con entusiasmo dai Democratici e con un certo imbarazzo dai Repubblicani, che ora temono che il tema possa diventare l'arma in più dei rivali nelle elezioni di midterm di novembre. L'aborto - e quindi la necessità di avere al Congresso una maggioranza in grado di regolarlo e garantirlo in una legge federale - come strumento per galvanizzare l'elettorato liberal, i moderati e le donne della middle class repubblicana. Le elettrici degli sterminati sobborghi delle città americane, che fecero la fortuna elettorale di Donald Trump nel 2016 e poi lo abbandonarono nel 2020. Non a caso, fonti del suo entorurage riferirono che in privato, l'ex presidente giudicò «pessima per i repubblicani» la decisione della Corte, per la quale pure furono determinanti i voti dei giudici conservatori di sua nomina.
Ad essere clamorosi sono anche i numeri del voto del Kansas. L'affluenza ha toccato quasi i 900mila elettori, un record. Non solo. Il voto a favore dell'aborto è stato trasversale: gli elettori democratici che si sono recati ai seggi per scegliere i propri candidati al Senato e alla carica di governatore sono stati 250mila, una frazione del totale. È una conferma dei timori di Trump. Joe Biden, accusato dall'ala progressista dei Democratici di una certa passività sul tema, mentre in metà Paese le associazioni pro choice si scontrano nei tribunali con amministrazioni antiabortiste, cavalca l'onda. «I cittadini del Kansas hanno fatto sentire la propria voce per proteggere il diritto delle donne di scegliere», ha detto il presidente cattolico, attento a non nominare mai la parola «aborto», ma il «diritto alla privacy», che era poi la chiave legislativa della «Roe vs Wade». A confermare l'offensiva dell'Amministrazione sul tema in vista del voto di novembre, l'annuncio che il dipartimento della Giustizia, in virtù di una norma federale, ha avviato un'azione legale contro l'Idaho, dove sta per entrare in vigore una legge che impedirebbe ai medici di praticare interventi di emergenza sulle donne incinte, se fosse a rischio la salute del feto.
Poi, all'indomani del voto in Kansas, Biden ha firmato un ordine esecutivo e convocato la prima riunione della task force con la quale il governo federale cerca di fornire alle donne che vivono negli Stati antiabortisti gli strumenti per continuare ad usufruire del diritto cancellato a giugno.
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