Frammenti. Tessere, poche, di un grigio puzzle. Al sesto giorno di indagini per la scomparsa della piccola Kataleya Alvarez dall'ex hotel occupato a Firenze, della bimba peruviana di 5 anni ancora non ci sono tracce. Eppure, dal ventre dello stabile dove convivono famiglie di etnie diverse escono nuovi dettagli. L'ultimo in ordine di tempo riguarda due uomini con in mano dei palloncini che sabato avrebbero avvicinato Kata chiedendole dove si trovasse lo zio, il fratello della madre, a cui la bimba era stata affidata.
A raccontarlo agli inquirenti sono stati sia il fratello maggiore di Kata sia un'altra bimba che giocava insieme a lei nel cortile: un elemento che, se confermato, potrebbe avvalorare la tesi del racket degli affitti all'interno dell'ex hotel, ritenuta la pista privilegiata dai magistrati. Ieri intanto il padre della bambina, Miguel Angel - scarcerato tre giorni fa - ha lanciato un nuovo appello: «Aiutatemi a cercare la mia bambina in qualsiasi modo, chiamandoci, facendoci sapere qualcosa, dandoci una speranza. Qui ho avuto i miei problemi, ma non posso credere che per un problema semplice portino via una bambina. Chi ha rapito Kata ha pianificato tutto». L'uomo sostiene di non avere sospetti particolari e ha raccontato di «essere venuto in Italia con la bambina che aveva sei mesi» e di aver cercato una stanza sia a Firenze che in altre province toscane, fino al contatto con un connazionale che gli ha aperto le porte dello stabile occupato.
Nella serata di ieri, i genitori di Kataleya hanno partecipato al corteo organizzato dalla comunità peruviana partito dall'ex hotel per chiedere la liberazione della piccola. In piazza Puccini, la coppia in lacrime ha partecipato al momento di raccoglimento dei connazionali in silenzio. Sul fronte delle indagini, intanto, ieri due investigatori dei carabinieri sono usciti dall'ex hotel accompagnando con loro un uomo, un cittadino peruviano, che hanno fatto salire sui sedili posteriori: non si tratterebbe di un arresto, né l'uomo era in manette. Altri accertamenti sono stati eseguiti all'interno della struttura con il contributo degli agenti del Sis, la scientifica dei carabinieri. Ieri i due genitori hanno lasciato l'ex hotel Astor dove abitavano e sono stato riallocati in una struttura di accoglienza, a cura dei servizi sociali del Comune. Lo hanno fatto sapere fonti vicine agli inquirenti spiegando che nella stessa struttura è stata trasferita anche la famiglia dello zio della piccola.
La decisione di trasferire il padre, Miguel Angel Montero Chicllo, e la madre Katherine Alvarez, in una casa famiglia è stata presa dopo l'interrogatorio di ieri pomeriggio in Procura. I verbali sono stati segretati. «Non posso parlare», ha detto il padre ai giornalisti all'uscita dal palazzo di giustizia.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.