A Kharkiv e a Kherson riconquistati 6mila km. "E La leva russa diserta"

La controffensiva prosegue. L'armata rossa allo sbando: "Stop agli invii di altri uomini"

A Kharkiv e a Kherson riconquistati 6mila km. "E La leva russa diserta"

Oleksiy Gromov, vice capo dello Stato maggiore delle forze armate ucraine, si prende gioco dei russi e nel corso di un'intervista rilasciata a Novy Kanal, rivela com'è stato possibile il ribaltone nei confronti di Mosca. «Li abbiamo attirati in un tranello, preannunciando una grande offensiva nel Sud, dalle parti di Kherson. In realtà era solo un diversivo per assorbire forze russe su quel fronte e sguarnire il Donbass, il nostro vero obiettivo. Ci sono cascati in pieno».

Ed è così che, con un'operazione condotta nelle prime battute da forze leggere, appoggiate a lavori in corso dal supporto d'artiglieria semovente, l'esercito ucraino è riuscito ad attaccare a sorpresa le linee nemiche sul fronte settentrionale, tra le postazioni a ridosso di Kharkiv, che anche ieri è stata bombardata da missili a lunga gittata, e della base logistica di Izyum. Un'operazione che ha costretto Mosca a dare priorità ad azioni difensive di emergenza, condotte da uomini che ormai nutrono sempre meno fiducia nei confronti dei vertici militari. Una fiducia che con il trascorrere dei giorni rischia di deteriorarsi ulteriormente. Come ammettono da Kiev, e come per altro in parte conferma anche il Cremlino, i comandi russi nel Donbass sono composti da raffazzonati battaglioni della Guardia Nazionale, lasciati a presidiare un fronte ritenuto erroneamente tranquillo. Alcuni insediamenti sono stati abbandonati dagli invasori anche nella regione orientale di Lugansk, e l'esercito ha iniziato le operazioni di bonifica da eventuali presenze di mine anti-uomo. Una parte delle forze ucraine ha addirittura sconfinato, bombardando la regione frontaliera di Belgorod, provocando almeno un morto e 4 feriti. L'Ucraina sta mostrando i muscoli anche nel Sud, riconquistando circa 500 kmq di territorio nella regione meridionale di Kherson, in tutta la nazione sono più di 6mila kmq. Secondo le informazioni disponibili, la Brigata di fanteria navale, che ha sede a Sebastopoli (nella Crimea annessa alla Russia), avrebbe perso quasi l'85% dei suoi uomini. «I militari russi hanno il morale e lo stato psicologico estremamente bassi, e molti di loro si rifiutano di tornare nell'area delle ostilità», sottolinea lo Stato Maggiore di Kiev nel suo rapporto della situazione sul campo di battaglia.

Risalendo a Nord, le vittorie tuttavia hanno portato alla luce situazioni da film dell'orrore. Oltre l'80% delle infrastrutture di Izyum è stata distrutta, compresi edifici, case private, istituzioni di governo e scolastiche, e impianti industriali. Tocca al sindaco Maksym Strelnikov tracciare l'infausto bilancio. «Al momento sappiamo che almeno mille civili sono morti. Ma pensiamo che ancora più persone siano state colpite dalla mancanza di cure mediche, poiché gli invasori hanno raso al suolo ospedali e farmacie. Questo è il problema più urgente: curare i feriti e garantirgli un ricovero altrove». La reazione russa è racchiusa in attacchi missilistici sulle regioni di Kharkiv e Donetsk che hanno provocato la morte di 6 civili. A causa delle sconfitte, Putin ha deciso di licenziare il comandante del Distretto occidentale Roman Berdnikov. Secondo la Bbc Mosca avrebbero sospeso l'invio di nuove truppe, a fronte del diniego dei soldati di leva a partecipare all'Operazione Speciale.

Restano fragili gli scenari a Zaporizhzhia. Il presidente francese Macron ha chiesto a Putin di ritirare le armi dalla centrale.

Il leader russo ha rivelato che gli attacchi ucraini sul sito potrebbero avere conseguenze catastrofiche, ma Kiev rispedisce al mittente le accuse, e il segretario del Consiglio della città, Anatolii Kurtiev, scrive: «Siete voi a bombardare». L'Agenzia internazionale per l'energia atomica vede invece segnali positivi da parte di Kiev e Mosca sulla possibilità di creare una zona di sicurezza.

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