Cambio di passo almeno per il momento per gli attivisti di Ultima Generazione annuncia un "clamoroso" contrordine: gli attivisti della rappresentanza ambientalista austriaca hanno comunicato che fermeranno le loro proteste con la motivazione secondo la quale "non vediamo più speranza di successo. Il nostro Paese vuole restare nell'ignoranza". Marina Hagen-Canaval, portavoce del movimento, spiega in un'intervista al al Corriere della Sera che i fondi restanti verranno utilizzati per coprire le spese legali (circa 80mila euro) tenuto conto dei vari processi penali per organizzazione criminale e danni alla proprietà, ammontano a circa 80mila euro. E già che c'è, si mette a insultare tutta la popolazione europea (inclusi gli italiani) che non ha condiviso la brutalità dei loro gesti politici.
"C'è una serie di multe per illeciti amministrativi che ognuno di noi deve saldare, e sono l’aspetto più preoccupante - spiega la leader -. Sono individuali, e c'è tra noi chi deve anche 40mila euro. Se non li hai c'è la detenzione amministrativa. Sei di noi ci sono già stati e ne sono usciti disperati e con la scabbia, due ci andranno a breve, sei rischiano". Lei stessa, in prima persona, ha "diecimila euro da pagare e dovrei farcela". I fondi a disposizione "arrivano in parte dal Climate Emergency Fund (una non profit internazionale, ndr) e in grandissima parte da donazioni di privati".
Resta il fatto che, dopo due anni e mezzo, è arrivato il momento di trarre un bilancio per nulla positivo, ovviamente con accuse pesanti in generale ai cittadini: "Siamo stati al massimo mal tollerati. La società è pigra o ignorante. Guardano al loro giardinetto e al loro lavoretto al quale vanno con la loro macchinetta, e mai oltre". E poi le offese proseguono: "Nella loro comfort-zone queste persone stanno morendo proprio come i poveri, le minoranze, il Sud globale dove il caldo uccide già. Ma sono più responsabili, perché sono quelli che i poveri e il Sud li sfruttano". Ultima generazione, per esempio, aveva avanzato la folle richiesta del limite dei 100 km/h sulle nostre autostrade: "Ridurrebbe le emissioni del 2%. Il governo potrebbe farlo domani. Non fanno niente".
In tutti questi indici puntati, comunque, c'è anche incredibilmente lo spazio la possibilità anche per un esame di coscienza per individuare quello che evidentemente non ha funzionato: "Forse una comunicazione troppo algida, anticapitalista, astratta, che ci ha fatto percepire come elitari, staccati dalla realtà", ammette nell'autocritica.
E adesso, quale sarà il loro futuro? "La disobbedienza civile prevede due strade se una protesta non funziona. Aumentarne l'intensità: anziché bloccare autostrade, bloccare aeroporti. O protestare più spesso. Noi fonderemo un nuovo movimento, e potremmo fare entrambe le cose". Ad maiora, ecovandali.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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