Kherson sott'acqua, emergenza umanitaria

Evacuazione tra le bombe, 700mila senz'acqua potabile. Ed è allarme mine

Kherson sott'acqua, emergenza umanitaria
00:00 00:00

Per avere un'idea un po' più concreta del disastro causato dalla distruzione della diga Kakhovka, può aiutare il video postato dal servizio statale delle guardie di frontiera dell'Ucraina. Il filmato mostra chiaramente cosa è diventato il mare nella regione meridionale del Kherson, là dove arrivano le acque del Dnipro: una discarica, un cimitero di carcasse di animali. Mobili e automobili e oggetti di qualsiasi tipo galleggiano nell'acqua. I pesci stanno morendo a centinaia, l'acqua si fa sempre più putrida e il disastro ha varie facce. Oltre all'inondazione, manca l'acqua potabile a circa 700mila persona, le condizioni igienico sanitarie sono al limite e come se non fosse sufficiente, centinaia di mine, forse migliaia, che erano state piazzate dai russi, stanno ora vagando nell'acqua rendendo pericolosissima anche qualsiasi attività di soccorso. E in più, i russi stanno anche colpendo con bombardamenti le stesse zone alluvionate con i civili già stremati ancora nel mirino.

Secondo quanto diffuso dal ministero dell'Interno ucraino, Sono già seimila le persone evacuate dopo l'attacco alla diga. Vladimir Saldo, capo dell'amministrazione di Kherson nominato da Mosca, spiega che entro il 16 giugno le acque del fiume Dnipro rientreranno negli argini e al loro corso originale ma al momento il livello medio dell'acqua, anche se sceso negli ultimi giorni, è di 4 metri e 72 centimetri al di sopra della norma. Trentacinque centri abitati sono stati allagati sulla riva destra del fiume, molti volontari sono al lavoro per salvare le persone rimaste ancora intrappolate. A complicare il lavoro, il fatto che buona parte delle zone colpite sia sotto il controllo di Mosca, con le forze russe che stanno evacuando soltanto i cittadini con passaporto russo. «Gli occupanti russi continuano a usare le conseguenze del loro crimine per i loro scopi», riporta l'esercito, denunciando che alcune abitazione sono state di fatto espropriate per ospitare i militari. C'è preoccupazione anche perché in queste ore è previsto un peggioramento significativo delle condizioni meteo, che potrebbe portare a rovesci anche molto intensi. Che acuirebbero ulteriormente anche il problema, non certo secondario, delle mine alla deriva. L'Ucraina secondo stime indipendenti risulta al momento il più grande campo minato al mondo. E le conseguenze di questo si pagheranno per anni, anche dopo la fine del conflitto.

Una situazione drammatica, come confermato dal rapporto dell'Onu firmato dal sottosegretario generale per gli Affari umanitari Martin Griffiths. «La verità è che questo è solo l'inizio per vedere le conseguenze di questo atto. 700mila persone hanno bisogno di acqua potabile e l'allagamento dei terreni agricoli nel Paese causerà una cascata di problemi, tra cui minori esportazioni di cereali, prezzi alimentari più elevati in tutto il mondo e meno da mangiare per milioni di bisognosi», ha spiegato Griffiths. Il funzionario ha raccontato di aver incontrato l'ambasciatore russo alle Nazioni Unite per ottenere l'accesso alle aree controllate dai russi al fine di aiutare le persone colpite dalle inondazioni. Magari anche per limitare, se non far cessare del tutto, i continui bombardamenti delle truppe russe anche durante l'evacuazione. Con i civili inermi che, come al solito, finiscono col pagare il prezzo più alto.

Tra i tanti interventi per cercare di migliorare la situazione, significativo quello della Gran Bretagna che stanzierà altri 16 milioni di sterline (oltre 18 milioni di euro) per aiuti umanitari per le persone colpite dall'inondazione. Entro tre settimane saranno poi inviate imbarcazioni, filtri per l'acqua e pompe anche se la situazione rischia di degenerare, ulteriormente, molto più velocemente.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica