Se qualcuno tra i vertici delle istituzioni europee avesse avuto dei dubbi su quale sia la realtà quotidiana che tutti sono costretti a vivere in Ucraina, allora il vertice di ieri ha avuto un grande successo, ben oltre le frasi di circostanza. Perché poco prima del summit organizzato a Kiev tra i vertici Ue e quelli ucraini prendesse il via, le sirene che annunciavano raid aerei hanno iniziato a suonare, costringendo tutti a fuggire nei rifugi. «Siamo dovuti andare nel rifugio. E questo mostra la realtà di ogni singolo giorno», ha ammesso la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Un fatto, concreto, che va oltre ogni simbolismo.
Organizzare un summit nella Kiev in guerra già di per sé aveva un significato profondo. Scontrarsi frontalmente con la realtà della guerra ha dato all'incontro un sapore più intenso. Amaro, come la paura, ma anche più in linea con le decisioni da prendere. Sostegno finanziario e militare obbligato per combattere l'invasione russa e garantire l'indipendenza del Paese. La presidente von der Leyen, il presidente del Consiglio d'Europa Charles Michel, incontrando il presidente ucraino Zelensky in questo scenario, se mai avessero avuto dei dubbi orali avranno superati.
I punti principali del vertice vanno dal sostegno diretto, alle sanzioni alla Russia, fino al tema caldo dell'adesione di Kiev all'Unione e quello, al momento più ipotetico che altro, di arrivare a una pace con Mosca, come spiegato dal padrone di casa. «Abbiamo discusso della sicurezza e del sostegno ai guerrieri ucraini, nonché di specifici ulteriori passi congiunti con l'Unione europea per rafforzare la nostra difesa comune e avvicinare la nostra vittoria comune. Abbiamo anche parlato in dettaglio dell'attuazione della formula di pace e del rafforzamento delle sanzioni contro l'aggressore. Un argomento separato dei nostri colloqui è stata l'ulteriore integrazione dell'Ucraina nell'Unione europea. Sono grato ai nostri amici per il loro sostegno incrollabile, per la loro leadership, per il loro sostegno personale», ha detto Zelensky.
«La vostra determinazione di andare avanti nel processo di adesione nell'Ue è notevole, continueremo a sostenervi in ogni passo: oltre alle riforme serve avere un buono storico nell'attuazione e ogni passo avanti sarà registrato nel nostro rapporto di autunno», ha confermato von der Leyen. «Chi ha causato questo deve pagare, stiamo esplorando le diverse opzioni con i nostri partner, stiamo valutando quali basi giuridiche percorrere ma per noi è importante che ci sia la volontà politica che la Russia paghi», ha aggiunto. Ancora più diretto Michel: «L'Ucraina è l'Europa e l'Europa è l'Ucraina», ha detto con fin troppa retorica. «Non siamo intimiditi dal Cremlino e non lo saremo. Il futuro dell'Ucraina è nell'Unione europea. Il vostro destino è il nostro destino ed è per questo che siamo qui, per stare al vostro fianco». Nella dichiarazione congiunta diffuda al termine dell'incontro si legge anche che «L'Ue intensificherà il suo impegno per l'utilizzo dei beni congelati dalla Russia a sostegno della ricostruzione dell'Ucraina e a scopo di riparazione». «Il nostro grande obiettivo è avviare i negoziati per l'adesione dell'Ucraina all'Ue quest'anno», ha ribadito Zelensky, spiegando che nei colloqui «viene esplicitata l'intenzione di avviare i negoziati il prima possibile e noi ci stiamo già preparando».
Nel contempo, è arrivato all'Ucraina anche un aiuto immediato e concreto, oltre a quello per sostenrre lo sforzo bellico. Milioni di lampadine convenzionali saranno sotituite con lampadine led a risparmio energetico grazie a una donazione dell'Unione europea per far fronte alla carenza di energia dovuta ai bombardamenti russi.
Più di 750mile lampadine sono state sostituite in tre giorni e altre sei milioni arriveranno la prossima settimana mentre in totale saranno circa 35 milioni. Un dettaglio non secondario in un Paese che ha subito e sta ancora subendo una guerra, anche, di logoramento, con decine di infrastrutture energetiche chiave prese di mira. Un piccolo passo, per cercare di ripartire.
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