È l'unico adulto condannato per l'omicidio di Desirée Piovanelli uccisa a 14 anni dopo un tentativo di stupro nella cascina Ermengarda a Leno (Brescia) nell'ottobre del 2002. Giovanni Erra potrebbe tornare libero già nel 2025 ma già non si trova più nel carcere di Bollate: è stato affidato ai servizi sociali e vive in una comunità. In virtù dei benefici di legge per buona condotta, dovrebbe tornare in libertà entro la fine del prossimo anno.
Erra è una delle quattro persone condannate per l'omicidio di Desirée. All'epoca dei fatti aveva 36 anni, e nel processo di primo grado era stato condannato all'ergastolo, pena poi ridotta a 20 anni in appello e poi tornata a 30 anni nel nuovo processo in Cassazione a Milano. Oltre a lui furono condannati tre minorenni - due sedicenni e un quattordicenne - che hanno già finito di scontare le rispettive pene.
Desirée fu uccisa in un cascinale diroccato che si trovava a pochi metri dalla casa in cui abitava. Il suo corpo massacrato a coltellate fu ritrovato la mattina del 4 ottobre 2002 dopo giorni di ricerche e la confessione di uno dei tre minorenni. La ragazza avrebbe provato a ribellarsi a un tentativo di violenza sessuale, colpita da una prima coltellata, poi avrebbe tentato di fuggire ma sarebbe stata di nuovo acciuffata dai suoi aguzzini, condotta di nuovo al piano di sopra del cascinale e quindi uccisa. Secondo i giudici la quattordicenne sarebbe stata attirata in quel luogo isolato dal vicino di casa quindicenne con il pretesto di mostrarle dei gattini appena nati.
Il padre della ragazza Maurizio Piovanelli resta convinto che quella ricostruita dalle indagini e dalle successive sentenze sia solo una parte della verità e sostiene che ci sarebbe un quinto uomo implicato nel delitto, che sarebbe indicata dalla presenza di una traccia biologica estranea a quelle dei quattro condannati, isolata già all'epoca sul giaccone indossato da Desirée e mai approfondito.
«Traccia di un soggetto di sesso maschile diverso dagli indagati», secondo l'ex comandante del Ris di Parma Luciano Garofano. Piovanelli chiede di riaprire il caso mentre i tre giovani hanno sempre negato la presenza di un'altra persona.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.