"Bonus da 11mila euro? Meglio darlo ai miei dipendenti che lasciarlo all'Inps..."

Il deputato Tondo ha percepito un contributo dall’Inps e un altro dalla Regione per un totale di 11mila euro: "Ne avevo diritto"

"Bonus da 11mila euro? Meglio darlo ai miei dipendenti che lasciarlo all'Inps..."

L’ex governatore del Friuli Venezia Giulia e attuale deputato del Gruppo Misto, Renzo Tondo, esce allo scoperto sulla delicata questione bonus Inps, provvedimento ideato per le partite Iva in difficoltà a causa della crisi economica provocata dall’emergenza sanitaria, richiesti da alcuni parlamentari. Un fatto, questo che negli ultimi giorni ha scatenato un mare di polemiche sia all’interno delle istituzioni che nella società.

"Sono orgoglioso di quello che ho fatto. Ho preso i fondi e li ho destinati ai miei dipendenti come extra. Piuttosto che lasciarli a Tridico e all’Inps…", ha dichiarato il deputato in una intervista rilasciata al Corriere della Sera. In realtà, Tondo non ha beneficiato dei 600 euro ma ne ha incassati ben 11mila grazie ad altri due tipi di aiuti a fondo perduto. Dall’Inps ha, infatti, ricevuto 7mila euro destinati alle aziende turistico-alberghiere che hanno avuto un crollo del fatturato a seguito della situazione legata al coronavirus e altri 4mila dalla Regione usati per l’acquisto di una cella frigorifera per il ristorante di uno dei suoi due alberghi in Carnia.

Tondo non solo si difende dalle accuse ma passa al contrattacco spiegando il perché ha deciso di richiedere questi bonus. "Io sono socio al 5% di una srl che fa capo ai miei tre figli e alla mia ex moglie. L’attività della mia famiglia, che va avanti da 50 anni, adesso la portano avanti loro. E quindi era nel loro diritto chiedere i contributi. Ma non li hanno usati per i loro comodi". Il deputato ha spiegato il denaro ricevuto è stato girato in busta paga "in parti uguali ai 13 dipendenti. Loro ne avevano sicuramente più bisogno". Per questo motivo il parlamentare respinge ogni accusa e afferma che non solo non ha niente di cui vergognarsi per avere chiesto i fondi ma considera il suo "un gesto nobile".

Lo stesso Tondo ha specificato "quei soldi alla srl sarebbero spettati comunque. La società aveva tutti i requisiti". Il deputato, inoltre, sottolinea che ci si può sedere in Parlamento e avere al tempo stesso un’attività economica. "La nostra, lo ripeto, ha 50 anni. Dovrei lasciarla?", ha affermato ancora Tondo.

L’onorevole ammette che si aspettava le polemiche scoppiate sulla questione bonus ma considera quanto accaduto esagerato. Ma le cose non accadono per puro caso.

Secondo Tondo, infatti, dietro il polvere che si è sollevato vi è la volontà"di fare propaganda a favore del referendum per la riduzione dei parlamentari. È una chiara manovra politica". In pratica, il vento dell’antipolitica alimentato per scopi elettorali. Un sospetto manifestato anche da qualcun altro dei suoi colleghi.

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