Le lacrime per Lorenzo morto durante lo stage. "Fermiamo le stragi"

In centinaia ai funerali del 18enne. Lettera aperta dei familiari: "Servono nuove norme"

Le lacrime per Lorenzo morto durante lo stage. "Fermiamo le stragi"

Fiori bianchi, lacrime, commozione ma anche rabbia al corteo funebre per Lorenzo Parelli.

Ieri gli amici del diciottenne, morto durante uno stage aziendale a Udine, hanno scortato il feretro accompagnandolo come angeli custodi in sella a moto e motorini. Le due ruote erano la passione del giovane, divenuto simbolo della mancanza di sicurezza sul lavoro e di un sistema di alternanza scuola-lavoro che ancora scricchiola. A Castions di Strada, in provincia di Udine, c'erano centinaia di persone fuori alla chiesa del paese, dove il parroco ha accolto la bara uno sopra uno stiscione «Ciao Pare». Sono rimaste mute, ancora incredule, mentre don Adolphus Ikechukwilu impartiva la benedizione. Poche ore prima Dino, Maria Elena e Valentina Parelli, i genitori e la sorella di Lorenzo, avevano diffuso una lettera aperta alle istituzioni e alla stampa. «Ci affidiamo alle autorità, quali cittadini fiduciosi nelle leggi e nelle istituzioni della nostra Repubblica - si leggeva -. La sicurezza e la salute, la scuola e il lavoro richiedono adeguati strumenti di accompagnamento e protezione, strumenti che forse, nella triste perdita di Lorenzo, sono mancati. A breve le autorità competenti accerteranno fatti ed eventuali responsabilità».

Domani gli studenti di tutta Italia scenderanno di nuovo in piazza a una settimane dai cortei che la polizia ha represso, forse con troppa veemenza visto il numero dei feriti tra i manifestanti, una ventina solo a Torino. Una circostanza che ha creato non poco imbarazzo al Viminale. «Deve essere sempre garantito il diritto di manifestare e di esprimere il disagio sociale, compreso quello dei tanti giovani e degli studenti che legittimamente intendono far sentire la loro voce - ha detto ieri il ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, cercando di smorzare le polemiche - purtroppo alcune manifestazioni sono state infiltrate da gruppi che cercavano disordini». «Bisogna dunque lavorare, aggiunge, per evitarne di nuovi scongiurando che le legittime proteste possano essere strumentalizzate da chi intende alimentare violenze e attacchi contro le forze di polizia - ha aggiunto -. La linea da seguire non può che essere quella del confronto e dell'ascolto, nella prospettiva di un patto destinato alle nuove generazioni che sappia coinvolgere tutte le istituzioni e l'intera società civile».

Sulla questione è intervenuto anche il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo: «Abbiamo rappresentato l'esigenza di riannodare i fili del dialogo con la componente studentesca, invitando le autorità di pubblica sicurezza ad aprire un confronto, soprattutto in vista della manifestazione già annunciata di venerdì». Il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, ha fatto sapere di aver attivato con il collega Patrizio Bianchi un tavolo per rivedere complessivamente tutte le fasi nelle quali i ragazzi vanno sui luoghi di lavoro.

«Si tratta di fare in modo tale che non si vada semplicemente lì, ma in luoghi di lavoro che abbiano una sorta di certificazione ulteriore, una specie di bollino blu - ha spiegato -. Non basta soltanto il rispetto della normativa sulla sicurezza, si tratta di mandare i ragazzi a formarsi in luoghi dove lo standard sia ancora più elevato di quello previsto dalla legge».

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