Una bastonata a sinistra, una manifestazione di sostegno al delfino Armin Laschet, l'invito a tutti i tedeschi a vaccinarsi. La sessione parlamentare di fine legislatura in Germania è di norma dedicata a una noiosa elencazione delle attività portate a termine dal governo federale. Non questa volta. Rivolta forse per l'ultima volta al Bundestag nel ruolo di cancelliera nella pienezza dei suoi poteri, Angela Merkel ha approfittato per lanciare alcuni messaggi politici diretti. Attività insolita a cui è chiamata nel tentativo di sostenere la corsa elettorale della Cdu. Il partito da lei presieduto dal 2000 a tutto il 2018 naviga in pessime acque.
Lo scorso gennaio, quando il 33esimo congresso della formazione cristiano democratica scelse Laschet quale presidente, i sondaggi attribuivano al partito il 37% dei consensi. Ad aprile, quando Laschet si è imposto quale candidato cancelliere di tutto il fronte moderato (ossia Cdu e i fratelli bavaresi della Csu), la previsione era di un più mesto 27%. Una previsione non brillante ma in virtù della quale la Cdu era ancora il primo partito tedesco. Nelle ore in cui Merkel parlava al Bundestag l'ennesima doccia fredda: secondo Forsa il partito che fu di Merkel oggi vale solo il 19% dei consensi.
Si tratta di una discesa costante da attribuire allo scarso carisma e alle numerose gaffe di Laschet, scelto dal congresso solo perché capace di controllare più delegati. Oggi la sua Cdu vale sei punti di meno di un partito socialdemocratico (Spd) in forte ascesa da fine luglio, grazie alla guida sicura del candidato cancelliere Olaf Scholz.
Ministro delle Finanze nel governo uscente, Scholz si è fatto apprezzare per avere ben gestito i generosi ristori concessi dall'esecutivo a tutti i tedeschi: dalle grandi aziende fino alle piccole imprese individuali. Schiacciata dalla Spd e tallonata dai Verdi (17%), la Cdu arranca.
«Fra pochi giorni si vota - è intervenuta Merkel - ed è un'elezione speciale: non solo perché per la prima volta dal 1949 il cancelliere uscente non si ricandida ma perché bisogna decidere in quale direzione andrà il paese. I cittadini - ha proseguito - possono scegliere fra una coalizione fra Spd e Verdi che accetti l'appoggio della Linke (il partito socialcomunista, ndr) o almeno non lo escluda oppure un governo con Cdu/Csu e Armin Laschet alla loro testa». «Sto dicendo solo la verità», ha replicato la cancelliera interrotta da una salva di fischi.
È vero il contrario: nel recente «triello» televisivo con Armin Laschet e la candidata dei Verdi Annalena Baerbock, Olaf Scholz ha segnalato che l'Spd non intende allearsi con Linke. Una formazione che, fra l'altro, sostiene l'esproprio degli immobili delle grandi società immobiliari e propugna l'uscita della Germania dalla Nato. Da mesi nel paese si parla invece di un ritorno dei Liberali al governo e, numeri alla mano, la cosiddetta alleanza «semaforo» rosso-verde-gialla sembra più a portata di mano di una coalizione rosso-rosso-verde che i mercati vedono come il fumo negli occhi.
Merkel ha anche bacchettato lo stesso Scholz che giorni prima aveva paragonato i primi 50 milioni di persone completamente vaccinate in Germania a «cavie». Indossando le vesti dello scienziato Merkel ha un dottorato in chimica quantistica la cancelliera ha ricordato che «nessuno di noi è mai stato o sarà mai una cavia».
I vaccini sono stati testati a sufficienza e compito dei politici è invitare le persone a vaccinarsi «e non a litigare con immagini distorte di porcellini d'India». Scholz non se l'è presa e ha replicato con un pizzico di crudeltà: «Alcuni non vogliono mai sorridere e sanno solo irritarsi: li capisco, quando guardano i loro sondaggi hanno poco da ridere».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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