Siamo al paradosso. Lo Stato paga la gente per non lavorare e i datori di lavoro si trovano in difficoltà nel reperire figure professionali per la stagione balneare. Mentre il Covid sta ripiegando lasciando intravedere la ripresa di tutte le attività con relativa assunzione di massa, il governo proroga il decreto Sostegni per i lavoratori dipendenti stagionali (ed altri settori) che abbiano cessato involontariamente il rapporto di lavoro tra il 1° gennaio 2019 e il 23 marzo 2021 e che abbiano svolto la loro prestazione per almeno 30 giorni nello stesso periodo. Ad aprile ha erogato un'indennità di 2.400 euro e a maggio di altri 1.600 euro. In molti hanno preferito attendere gli assegni piuttosto che cercarsi un lavoro.
Questo è ciò che sta accadendo negli stabilimenti balneari di tutta Italia, circa 183mila, un giro d'affari, quello turistico, che prima della pandemia si aggirava intorno a 29 miliardi generando più del 5 per cento del Pil nazionale e rappresenta oltre il 6 per cento degli occupati. In particolare, in Versilia, il fenomeno ha prodotto lamentele da parte degli operatori turistici. Fiammetta Maschietto, titolare dello storico Bagno Augustus di Forte dei Marmi, spiega che il problema «si è verificato soprattutto sulle figure minori. Gli aiuti stagionali (aiuto bagnino, pulizie) con contratti corti di 3-4 mesi, quest'anno sono poco incentivati ad accettare le nostre offerte. Seppur si tratti di stipendi anche di 1.500-1.600 euro al mese. Siamo in giugno e ancora qualche figura ci manca». Per l'indennità Covid il governo ha stanziato 900 milioni. «Se questi soldi fossero stati investiti in formazione professionale avremmo fatto meglio per i nostri giovani piuttosto che incentivarli a stare a casa - dicono i gestori -. L'impressione è che il Covid abbia accresciuto l'assistenzialismo piuttosto che la proposta».
O per dirla con le parole di Roberto Santini, titolare dei Bagni Piero sempre a Forte dei Marmi, è il tempo di capire «che dal cielo vien dell'acqua invece ora dal cielo pare venga dell'altro. I sussidi dovrebbero andare a chi ne ha veramente bisogno, per tutti gli altri è tempo di impegnarsi. Tanti invece preferiscono aspettare un reddito senza lavorare e penso che questa sia una delle cose più diseducative che si possano fare. Tanti ragazzi, grazie ai lavori stagionali, si sono pagati gli studi. Per fortuna noi abbiamo uno staff consolidato negli anni, ragazzi che vogliono investire su loro stessi. Anche alcuni extracomunitari che forse hanno più etica di tanti altri».
Nicola Antonioli dello Studio Rosi (consulenti del lavoro) di Pietrasanta mette a nudo il problema: «Il governo ha avuto difficoltà a fare un quadro preciso di stagionali che hanno effettivo bisogno di aiuto. Ma questo ha messo in difficoltà tanti datori di lavoro che si sono trovati sotto ricatto a negoziare sui tempi o sugli stipendi.
Un aiuto andava dato agli stagionali delle località sciistiche ma non ai balneari che hanno sofferto in maniera minima e comunque avevano già ottenuto ristori. Sarebbe stato meglio aiutare le imprese che sono quelle che assumono».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.