I moralizzatori verranno moralizzati, i fustigatori verranno fustigati: è così da sempre, non c'è niente da fare, l'animo e le vicende umane sono fatte così, e tutti noi ci crediamo immuni da colpe, o riduciamo le nostre a pagliuzze lasciando gli altri a sbrigarsela con le travi, fino al momento in cui veniamo a nostra volta travolti. In tempi di giustizia spettacolo a questa ciclica beffa del destino se ne aggiunge un'altra, resa nuovamente di attualità dalla vicenda giudiziaria che ha coinvolto i due valenti colleghi del Domani e di Piazza Pulita: la trasformazione mediatica dei sospetti in accuse, l'avviso di garanzia come sentenza di condanna, l'iscrizione tra gli indagati come condanna definitiva. In questo sistema malato i due colleghi hanno per anni lavorato. È doloroso che provino ora sulla loro pelle quanto sia traumatico vedere rese note al mondo le proprie debolezze private (perché di questo, fino ad ora, si parla; e di questo sembrano convinti gli inquirenti che chiedono l'archiviazione del caso) viste dal buco della serratura dell'indagine giudiziaria. Altri ci sono passati prima di loro, altri sono stati archiviati o assolti, e intanto ciò che accadeva nella loro vita è stato squadernato, esposto ai lazzi da trivio dell'opinione pubblica e dei suoi corifei interessati. Quanto accaduto sul sedile posteriore di un taxi in una notte romana è, fino a prova contraria, fino a emersione concreta e dimostrata di un reato, un fatto privato dei tre passeggeri. È la vittima a dover dimostrare la colpevolezza dei due giornalisti, non loro a dover provare la propria innocenza. Questo caposaldo della civiltà giuridica e giornalistica è stato fatto a pezzi da un sistema colluso dove apparati giudiziari e organi di informazione andavano a braccetto: a volte con obiettivi comuni, più spesso con interessi paralleli, e sarebbe ora impietoso catalogare i casi in cui le testate dei due colleghi hanno fatto la loro parte.
C'è solo da augurarsi che la brutta avventura aiuti i due a riflettere sul loro approccio passato. E il fatto che abbiano scelto lo stesso avvocato di un grande demonizzato come Cesare Previti forse è un indizio positivo.
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