Il 2020 è un anno che passerà alla storia. È una linea di demarcazione netta tra il prima e il dopo. La lotta al virus ha stravolto l’agenda politica e monopolizzato la narrazione mainstream. Non tutti sono sopravvissuti alla grande mareggiata. C’è chi si è mantenuto a galla e chi invece è stato portato via dalla corrente.
Guai a coltivare una sola ossessione, la teoria di Darwin non lascia scampo. Non è più tempo di passerelle sulle navi Ong né di girotondi. Non è più tempo neppure per magliette rosse e sardine. I pasdaran del “restiamo umani”, adesso, hanno di fronte qualcosa di ben più temibile di un ministro dell’Interno che minaccia di chiudere i porti. E proprio quando il gioco si fa duro, i duri sono fuori dai giochi.
Che ne è stato, ad esempio, dell’enfant prodige Mattia Santori? “Il vulcano di idee ed emozioni” (così viene descritto in un post biografico comparso qualche tempo fa sul profilo Instagram delle sardine) si è improvvisamente spento. A poco più di un anno di distanza dal tutto esaurito in piazza San Giovanni il leader dei pesciolini ha perso il tocco magico. Niente più ospitate televisive, niente più paginate di giornale, il grande pubblico ormai lo ha dimenticato. È quel che succede a chi insegue la moda dell’anti. Dopo aver centrato l’obiettivo principale, quello di per far perdere le elezioni alla Lega in Toscana e in Emilia Romagna, le sardine non hanno saputo tirar fuori dal cilindro nulla di nuovo.
Il mondo nel frattempo è cambiato. Come ha ricordato il sondaggista Nando Pagnoncelli: “Se prima del Covid il 46 per cento degli italiani poneva il tema dei migranti come una delle priorità del Paese, ora questo tema pesa per il 27 per cento, i flussi continuano ad esserci ma le persone sono più preoccupate per la loro salute e per la situazione economica”. Le sardine non sembrano essersene accorte e infatti una delle loro ultime iniziative è stata proprio una raccolta fondi per finanziare una nave Ong.
Sono andati incontro alla stessa sorte anche personaggi come Mimmo Lucano e Chef Rubio. Proprio come Santori anche l’inventore del “modello Riace” e lo chef che invocava “l’eliminazione fisica dei sovranisti” hanno goduto di ampia popolarità nei mesi della stagione gialloverde. E adesso? Se il primo è ancora alle prese con gli strascichi giudiziari della sua filantropia, il secondo è alla disperata ricerca di qualcuno contro cui twittare veleno per un pugno di follower.
Che dire invece di Laura Boldrini? Per l’ex presidente della Camera il 2020 è stato l’anno dell’eclissi. La genesi politica del fenomeno Boldrini risale a quando era portavoce in Italia dell’Unhcr. Si fece notare condannando i respingimenti dei migranti effettuati nel 2009 dal governo Berlusconi e venne consacrata paladina di quelli che lei chiama “popoli in fuga”. Da lì alla terza carica dello Stato il passo è stato breve. Cifre distintive del suo percorso politico sono state anche la battaglia linguistica contro gli stereotipi di genere e quella per rimuovere le tracce del fascismo. Tutte questioni che la pandemia ha fatto scivolare in secondo piano. Così anche per lei gli squarci di visibilità si sono ridotti all’osso.
Una delle sue ultime apparizioni mediatiche, che sicuramente non lascerà il segno, è stata la querelle con il direttore di "Huffington Post" Mattia Feltri. E pensare che rimane pur sempre la rappresentante più in vista di Liberi e Uguali. Il partito nato come piano di fuga dal Pd renziano ora è una succursale della casa madre. Matteo Renzi se ne è andato e guida una zattera senza elettori, al suo posto c’è Zingaretti e gli ex ribelli faticano a trovare un ruolo politico. Il loro uomo immagine è Roberto Speranza, ministro della Salute e in prima linea sul fronte del Covid. Tutti gli altri invece sono spariti.
Pierluigi Bersani fa il vecchio saggio nei salotti televisivi. È più personaggio che leader politico. Pietro Grasso, dopo aver lasciato la presidenza della Camera dei Deputati, si gode il tempo libero ritrovato e non sembra neppure in gioco come successore di Mattarella. Renzi per uscire dal confinamento sta usando la carta del ricatto, ma dei suoi notabili si è persa traccia. Il famoso giglio magico sembra aver perso i super poteri. Non è facile vivere da “cespugli”.
Maria Elena Boschi non è più la “zarina” di qualche anno fa. È andata in delegazione da Conte, ma di lei si parla ormai soprattutto sulle pagine di cronaca rosa. E Luca Lotti, il suo rivale storico alla corte di Renzi? Lotti, Lotti, chi era costui?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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