L'anticorruzione archivia le accuse a Fontana sui camici

L'Anac assolve il governatore: "Insussistente" il suo ruolo nella donazione di Dama spa alla Regione Lombardia

L'anticorruzione archivia le accuse a Fontana sui camici

Un fascicolo dell'Anac, parallelo all'inchiesta della Procura di Milano, era stato aperto sul caso dei camici forniti alla Regione Lombardia da un'azienda legata alla famiglia del governatore Attilio Fontana. L'Autorità nazionale anti corruzione ha poi deciso di archiviare il procedimento.

Lo sviluppo è stato comunicato ieri dai legali di Fontana. «Il Consiglio di Anac - spiegano gli avvocati Jacopo Pensa, Alessandro Munari, Federico Papa e Alessandra Fossati - nella seduta del 13 aprile 2021 ha deliberato l'archiviazione del fascicolo in merito alla procedura di affidamento della fornitura non ravvisandosi criticità nell'affidamento disposto nei confronti di Dama spa e ha preso atto della insussistenza di un ruolo del presidente stesso nella procedura di affidamento a Dama spa della fornitura dei camici». La Dama è l'azienda del cognato del presidente lombardo, Andrea Dini, e di cui la moglie detiene una quota del 10 per cento.

A presentare l'esposto all'Anac era stato il Codacons. Il quale, continuano gli avvocati, «ritiene di aver visto accolta la sua segnalazione. È esattamente il contrario: pur ritenuta la configurabilità in astratto di una situazione di conflitto di interessi del presidente della Regione Lombardia, in concreto Anac ne ha accertato l'inesistenza». I legali parlano inoltre di una «campagna di disinformazione attuata con la propalazione di notizie false o di interpretazioni fondate su fatti non corrispondenti al vero» in merito appunto al ruolo dell'Autorità anti corruzione e all'iniziativa sulla vicenda. Oltre che al fatto che il fascicolo è stato «archiviato».

Il documento con le conclusioni dell'Anac è stato inviato agli autori dell'esposto, il Codacons quindi. Si legge (lo riporta il Corriere) che siccome l'emergenza Covid «non ha sospeso l'efficacia della disciplina del conflitto di interesse» e siccome Fontana esercitava come presidente un potere «in astratto», sarebbe stato «opportuno» che si astenesse in maniera preventiva dalla procedura di individuazione delle aziende cui affidare le commesse per i Dpi. Tuttavia Anac ha preso atto, non avendo «poteri di intervento e sanzione», della «insussistenza di un ruolo del presidente della Regione» dichiarata da Fontana stesso. Il quale ha aggiunto di «non aver svolto in concreto alcun ruolo sia nell'affidamento che nella scelta».

In un altro punto invece l'Anti corruzione promuove l'operato del Pirellone. In quanto «non ravvisa criticità o anomalie» nell'affidamento diretto, cioè senza gara, dell'appalto a Dama. Non ci sono state violazioni dunque «nell'operato (conforme a normativa eccezionale) della stazione appaltante», la centrale d'acquisto regionale Aria. In quanto «in deroga all'ordinario iter di gara, e in ragione dell'urgenza per gli affidamenti diretti, è stato utilizzato un modulo semplificato al massimo, proprio per garantire speditezza e flusso continuo di approvvigionamento».

Sul fronte dell'inchiesta giudiziaria le indagini sul caso camici sono in corso.

Di recente la Procura ha aggiunto a carico di Fontana all'accusa (insieme, tra gli altri, al cognato) di frode in pubbliche forniture quelle di false dichiarazioni nella voluntary disclosure e di autoriciclaggio. Nel mirino degli inquirenti è finito, attraverso una rogatoria internazionale inviata un mese fa, il conto in Svizzera che il governatore ha ereditato dalla madre e successivamente scudato con la voluntary.

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