L'appello del Papa per arrivare a una tregua. "Putin si fermi e Zelensky apra alla pace"

Il Pontefice e la minaccia di una guerra totale: "Stop alla spirale di odio"

L'appello del Papa per arrivare a una tregua. "Putin si fermi e Zelensky apra alla pace"

Ha messo da parte il commento al Vangelo della domenica per dedicare l'intera riflessione che precede la preghiera dell'Angelus alla guerra in Ucraina. Una novità assoluta anche perché Papa Francesco in oltre sette mesi di conflitto ha lanciato ogni settimana appelli su appelli per la pace, ma non era mai accaduto che si rivolgesse direttamente ai due leader di Russia e Ucraina, Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky: «Il mio appello - ha affermato Bergoglio nel suo discorso - si rivolge innanzitutto al presidente della Federazione Russa, supplicandolo di fermare, anche per amore del suo popolo, questa spirale di violenza e di morte. D'altra parte, addolorato per l'immane sofferenza della popolazione ucraina a seguito dell'aggressione subita, dirigo un altro altrettanto fiducioso appello al presidente dell'Ucraina ad essere aperto a serie proposte di pace». Un invito netto a Kiev a sedersi al tavolo delle trattative, dopo i diversi contatti telefonici avuti in questi mesi con il presidente che, nei giorni scorsi, ha detto che «non tratteremo mai con Putin al potere in Russia», respingendo la proposta-provocazione di un tavolo di pace e firmando per tutta risposta la richiesta di adesione accelerata dell'Ucraina all'Alleanza Atlantica.

Ma le parole del Pontefice e il gesto di dedicare l'intero Angelus domenicale alla guerra, sono anche un segno eloquente di quanto il Papa stia cercando con tutte le sue forze di scongiurare un allargamento del conflitto, con un monito chiaro e diretto a Mosca, ancora sorda alla richiesta della Santa Sede di un incontro tra Putin e Bergoglio. Francesco, che dialogando con gesuiti della regione russa, ha recentemente spiegato che per il momento non visiterà l'Ucraina, ha infatti puntato il dito pubblicamente contro l'annessione a Mosca dei territori ucraini: «Deploro vivamente la grave situazione creatasi negli ultimi giorni», ha detto Francesco pur non citando chiaramente la vicenda, «con ulteriori azioni contrarie ai principi del diritto internazionale. Essa, infatti, aumenta il rischio di un'escalation nucleare, fino a far temere conseguenze incontrollabili e catastrofiche a livello mondiale». Il Papa, non a caso, ha invocato «sovranità e integrità territoriale di ogni Paese» denunciando ed etichettando ancora una volta la guerra come una «follia» e un «errore ed orrore». E ha citato tutte le città martiri dell'Ucraina, come a ricordare ciò che la guerra e l'esercito aggressore ha causato in questi mesi di conflitto.

«È angosciante», ha detto Bergoglio «che il mondo stia imparando la geografia dell'Ucraina attraverso nomi come Bucha, Irpin, Mariupol, Izium, Zaporizhzhia e altre località, che sono diventate luoghi di sofferenze e paure indescrivibili. E che dire del fatto che l'umanità si trova nuovamente davanti alla minaccia atomica? È assurdo. Che cosa deve ancora succedere? Quanto sangue deve ancora scorrere perché capiamo che la guerra non è mai una soluzione, ma solo distruzione?».

Prima di concludere il suo discorso e dare la benedizione a tutti i fedeli, il Papa ha voluto ripetere ancora il suo appello ai leader in conflitto, ricordando il «sacrosanto valore» dei diritti delle minoranze e le loro preoccupazioni: «In nome di Dio e in nome del senso di umanità che alberga in ogni cuore - ha concluso - rinnovo il mio appello affinché si giunga subito al cessate-il-fuoco. Tacciano le armi e si cerchino le condizioni per avviare negoziati capaci di condurre a soluzioni non imposte con la forza».

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