Un'uscita pubblica per partecipare alla manifestazione di solidarietà nei confronti dell'Ucraina, ma anche un'occasione per riprendere il tatto con la base rimasta e provare a serrare le fila per ricompattare il gruppo. Alla fine Giuseppe Conte ha deciso di essere presente a Napoli, mentre in concomitanza si teneva l'iniziativa promossa a Firenze con altri profili dell'area giallorossa. L'ex premier è stato affiancato anche da Roberto Fico, storico volto del mondo grillino e attualmente presidente della Camera.
L'asse Conte-Fico
La giornata napoletana si è poi trasformata anche in una sorta di pretesto per incontrare alcuni elettori del Movimento 5 Stelle, che nel 2018 ha potuto vantare un ottimo bacino di preferenze proprio nel capoluogo partenopeo. In piazza Municipio c'è stato un incontro con una rappresentanza di attivisti del M5S, che hanno ribadito il loro sostegno a Giuseppe Conte garantendogli il loro appoggio in occasione del voto online sulla sua leadership che dovrebbe tenersi la prossima settimana.
Come scrive Emanuele Buzzi sul Corriere della Sera, l'asse tra Conte e Fico può essere interpretato come un vero e proprio monito per mettere un freno alle correnti. A far discutere erano state, ad esempio, le esternazioni pubbliche di Luigi Di Maio dopo la rielezione di Sergio Mattarella come capo dello Stato: il ministro degli Esteri, parlando di "alcune leadership che hanno fallito", aveva sottolineato la necessità di avviare una seria "riflessione interna anche nel Movimento". Da molti è stata vista come una dura stoccata all'ex presidente del Consiglio, che invece puntava su Elisabetta Belloni al Quirinale.
La mossa di Conte
Dunque nei prossimi giorni Giuseppe Conte si sottoporrà ancora una volta al giudizio degli iscritti, che saranno chiamati a esprimersi sul nuovo corso dei 5 Stelle: affidare o no il timone all'avvocato? L'ex premier avrebbe fatto capire a chi gli è vicino che "non ha intenzione di accontentarsi di una maggioranza risicata" per il voto sulla presidenza. E cosa potrebbe accadere se invece non avesse una conferma larga e convinta? Qualcuno addirittura parla di dimissioni, ma l'ipotesi di un clamoroso passo indietro al momento non trova conferme ufficiali.
L'obiettivo di Conte è chiarissimo: prendersi definitivamente il Movimento 5 Stelle, rafforzare la sua leadership, sgomberare il campo dall'ombra di un possibile sgambetto di Di Maio ed evitare distrazioni interne. Per farlo vuole ripartire dalle città, tornando nelle piazze d'Italia per non perdere il contatto con gli elettori rimasti. "A breve inizierò a girare i territori, a incontrare i rappresentanti delle categorie e i nostri riferimenti locali", ha annunciato l'ex presidente del Consiglio.
Il M5S è una polveriera
Non a caso Giancarlo Cancelleri, sottosegretario alle Infrastrutture, ha lanciato un monito: "Quello che stiamo chiedendo al presidente Conte è di velocizzare un'organizzazione sul territorio che ormai non è più rinviabile". Ma proprio dai territori provengono le preoccupazioni per l'alleanza con il Partito democratico: il timore è quello di presentarsi divisi dal Pd in molte città, con uno spirito di unità giallorossa che non sempre sarà raggiungibile. Anche perché nelle elezioni amministrative le dinamiche locali prevalgono su quelle nazionali.
Impossibile distogliere lo sguardo dal caos nel M5S. Non è stato raggiunto il quorum in occasione del primo voto online sulla proposta di modifica dello statuto, mentre in seconda convocazione è arrivato il via libera con il 91,68% dei favorevoli.
Ma più che un bagno di democrazia è stata una doccia gelata: hanno partecipato al voto solo 38.735 iscritti su 125.200 aventi diritto. Senza dimenticare la decisione del Tribunale di Napoli, che ha rigettato l'istanza avanzata dal M5S per la revoca dell'ordinanza di sospensione dello statuto e della successiva elezione di Giuseppe Conte.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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