Il ministero dell'Economia ha intenzione di seguire tutte le procedure previste per la presentazione delle liste delle società partecipate dallo stato. È quanto si apprende da Via XX Settembre che dunque, a meno di sorprese dell'ultim'ora, tra domenica e lunedì dovrebbe indicare i propri candidati per il consiglio di amministrazione del Monte dei Paschi di Siena la cui assemblea è convocata per il 20 aprile.
Domenica, appunto, è l'ultimo giorno utile per le liste la cui presentazione è obbligatoria entro 25 giorni dall'assise. Sulla conferma al timone dell'ad Luigi Lovaglio, che ha concluso un aumento di capitale da 2,5 miliardi molto difficoltoso e ha gestito oltre 4mila esuberi, non ci dovrebbero essere ulteriori tensioni. Allo stesso modo, secondo alcune indiscrezioni, l'attuale consigliere della banca - l'avvocato cassazionista Nicola Maione - dovrebbe passare alla presidenza, salvo una diversa decisione in nome delle quote rosa visto che la presidente uscente è Patrizia Grieco.
La stessa procedura si dovrebbe seguire per Enav la cui assemblea è convocata per il 28 aprile e, dunque, lista del Tesoro entro il 4 aprile. Al posto dell'ad Paolo Simioni potrebbe giungere, secondo i rumor di corridoio, dall'Autorità portuale di Palermo potrebbe giungere Pasqualino Monti, mentre sempre in tema di gender parity si pensa a come sostituire la presidente Francesca Isgrò, apprezzata dal centrodestra ma nominata dal governo Conte II.
Se lo schema di lavoro fosse questo, entro la metà di aprile si dovrebbero conoscere le liste dell'Economia per i cda delle grandi spa di Stato (Eni, Enel, Poste, Leonardo e Terna), ma nella maggioranza non c'è unità di intenti né sul metodo né nel merito. Per quanto riguarda il metodo, il premier Giorgia Meloni ha accentrato a Palazzo Chigi il dossier dove la squadra di Fdi è forte dei sottosegretari Giovan Battista Fazzolari e Alfredo Mantovano, del ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida e di quello della Difesa Guido Crosetto. Un team con il quale è entrato in rotta di collisione il leader della Lega, Matteo Salvini, con il difficile ruolo di mediatore che spetta al titolare del Tesoro, Giancarlo Giorgetti. Forza Italia, imperniata sul triumvirato Antonio Tajani - Licia Ronzulli - Alessandro Cattaneo (con la consulenza dell'ex sottosegretario Gianni Letta), ha il ruolo di ago della bilancia. Per il numero uno di Via Bellerio, tuttavia, anche il merito non è sempre condiviso: la Lega vorrebbe più discontinuità e l'assenza dei propri ministri ieri sui banchi del governo non è passata inosservata. Ecco perché negli ultimi giorni è circolata l'ipotesi di far slittare le assise «di peso» rispetto alle convocazioni previste tra l'8 e il 15 di maggio, per avere più tempo per trovare un'intesa.
Al momento pare molto probabile la riconferma dell'amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, che sin dall'inizio ha affiancato Meloni nella definizione di un piano per ridurre la dipendenza energetica dalla Russia. Gli ottimi risultati del Cane a sei zampe hanno fatto il resto e quindi il quarto mandato non dovrebbe essere un tabù. Alla terza consiliatura, invece, dovrebbe giungere l'ad di Poste, Matteo Del Fante, forte non solo degli ottimi bilanci e del rafforzamento nei servizi finanziari, ma soprattutto attento al ruolo sociale della partecipata pubblica (presidio dello Stato in tanti piccoli centri) che gli ha conquistato apprezzamenti bipartisan.
Più complesso l'avvicendamento di Francesco Starace alla guida di Enel. Sembrava quasi scontato il trasloco di Stefano Donnarumma da Terna ma negli ultimi tempi si è anche fatto il nome di Paolo Gallo, ad di Italgas, che avrebbe un curriculum più internazionale. Il premier vorrebbe inoltre insediare una donna Ceo in una società di primo piano e Terna potrebbe essere il posto giusto. Nel toto-nomine figurano Roberta Neri e Giuseppina Di Foggia.
Più complessa l'individuazione del nuovo management di Leonardo vista la sua importanza strategica. Tra i nomi che sono circolati quello dell'ex ministro Roberto Cingolani, del capo di Mbda (missilistica) Lorenzo Mariani e di Elisabetta Belloni, direttore generale del Dis.
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