L'avanzata nel Kursk: "Già presi 74 villaggi". La defaillance russa: in zona i baby-soldati

Perdite record: verso un'altra mobilitazione. Gli Usa: "Putin infuriato? Lasci l'Ucraina"

L'avanzata nel Kursk: "Già presi 74 villaggi". La defaillance russa: in zona i baby-soldati
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Le schermaglie al momento sono più dialettiche che altro perché l'esercito ucraino sta mantenendo senza troppi problemi le posizioni acquisite nella regione di Kursk. Al punto da arrivare a provocare il nemico, con il ministero degli Esteri che spiega come «a differenza della Russia, l'Ucraina non ha bisogno di proprietà altrui, non vuole annettere alcun territorio. È stata la Russia a portare la guerra in Ucraina ed è giusto che ora questa guerra ritorni in territorio russo. Quanto prima la Russia accetterà di ristabilire una pace equa, tanto prima cesseranno le incursioni ucraine sul territorio russo». Obiettivo chiaro e se Mosca racconta che sta respingendo i tentativi ucraini di avanzare distruggendo l'esercito di Kiev, anche il consiglio di sicurezza americano sposa la tesi ucraina. «Questa è la guerra di Putin. Se non gli piace, se lo mette un po' a disagio, allora c'è una soluzione facile: può semplicemente andarsene dall'Ucraina e dire basta», ha detto John Kirby. «L'Ucraina ora controlla 74 insediamenti nella regione di confine russa di Kursk», ha ribadito il presidente Volodymyr Zelensky.

Le operazioni di evacuazione dei civili proseguono, con la maggior parte delle persone sfollate che saranno trasferite nelle regioni occupate dai russi in Ucraina, tra cui quella di Zaporizhzhia, costantemente sotto attacco, oltre ad alcuni insediamenti sul Baltico. Vladimir Putin, sempre più furioso per lo schiaffo subito, ha nominato Aleksei Dyumin, consigliere del Cremlino per l'industria della difesa, responsabile della risposta militare all'offensiva delle forze ucraine oltre confine. La sua nomina è un ulteriore segnale del malumore dello Zar verso i vertici militari, con alcune truppe che sarebbero già state trasferite verso Kursk. L'operazione ucraina infatti ha sorpreso tutti e ha sfruttato un deficit enorme nell'organizzazione bellica di Mosca che, alle prese con una cronica mancanza di soldati, aveva lasciato quasi completamente sguarnita tutta la zona di confine. Lo dimostrano le foto circolate in queste ore su canali ucraini, ma anche russi, con l'esercito di Kiev che mette in rassegna i prigionieri russi catturati proprio sulle zone di confine. Si tratta di ragazzini, forse nemmeno maggiorenni, assolutamente impreparati per una vera e propria guerra. Le guardie di confine infatti, con adeguata preparazione militare, sarebbero state inviate al fronte e sostituite da giovani reclute arrivate soprattutto da Mosca e San Pietroburgo, là dove non è stato organizzato nessun arruolamento per non far irritare la popolazione civile delle grandi città, che nulla vogliono avere a che fare con il conflitto. La motivazione addotta dai vertici militari sarebbe stata qualcosa tipo «tranquilli, cosa volete che succeda lì?», fatto che ha contribuito non poco a lasciare campo libero all'incursione a sorpresa di Kiev che, conferma ulteriore del caos interno russo, non ha avuto alcuna reazione significativa per diversi giorni. Molti blogger russi pro-guerra, accusano tra l'altro anche i ceceni di Kadyrov di essersi fatti da parte all'arrivo delle truppe ucraine.

Ma non è tutto qui. Le notevoli perdite subite dall'esercito russo, si parla anche di 100mila soldati, hanno messo in luce tutte le carenze nei ranghi di Mosca, alla costante ricerca di rinforzi anche con soldati a contratto, cui sono stati promessi notevoli aumenti nelle paghe per incentivarli, per ora senza risultati. Così come inutile finora è stato richiamare dall'Africa i mercenari dell'ex gruppo Wagner, anche perché i combattimenti nel Donbass e in altri fronti di guerra continuano senza sosta e non permettono troppi spostamenti. Fonti vicine al Cremlino e al ministero della Difesa russo hanno riferito a Bloomberg che la situazione nell'esercito è talmente complessa che potrebbe costringere il Cremlino ad avviare una nuova mobilitazione entro la fine dell'anno. Non a caso, uno sempre pronto alla propaganda come il vicepresidente del Consiglio di Sicurezza Dmitry Medvedev, oltre a minacciare in lungo e in largo, ha smesso di vantare che l'esercito venisse rifornito da oltre mille nuovi soldati ogni giorno.

Tutte queste problematiche, che filtrano anche nell'opinione pubblica russa nonostante la pesante censura imposta, influenzeranno non poco le prossime mosse di Putin. Reazione scomposta contro Kiev o improvvisa voglia di dialogo, è ancora tutto da vedere.

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