La Lega governativa abbassa i toni: Pontida rinviata

Il Carroccio discute il suo futuro in Europa: "Ppe o no?". Intanto tende la mano agli alleati

La Lega governativa abbassa i toni: Pontida rinviata

Il vento del Nord porta una tregua. Sono segnali distensivi quelli che arrivano dal Carroccio, che ieri ha riunito il suo Consiglio federale nell'ormai storica sede di via Bellerio a Milano.

Gran parte della riunione è stata occupata dalla discussione - fra i dirigenti leghisti - sulla collocazione europea del movimento, che in vista del 2024 dovrà decidere come e quanto avvicinarsi al Ppe in una prospettiva di centrodestra europeo.

Alla riunione hanno partecipato, fra gli altri, i ministri Giancarlo Giorgetti e Roberto Calderoli, il presidente della Camera Lorenzo Fontana, il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, i capigruppo di Camera e Senato, Massimiliano Romeo e Riccardo Molinari, e il coordinatore lombardo del partito Fabrizio Cecchetti.

Nelle dinamiche di politica italiana, come detto, il Consiglio fa segnare sicuramente un abbassamento di «temperatura» della dialettica interna alla maggioranza. Matteo Salvini (nel tondo) in questa fase, rivendica i provvedimenti del governo e tende la mano agli alleati.

Una riprova di questa mano tesa starebbe nella decisione di rinviare di qualche settimana il raduno di Pontida. Dopo che erano circolate varie ipotesi di date a metà giugno, sono giunte indiscrezioni sulla possibilità di posticipare la manifestazione a dopo l'estate. È l ipotesi cui ha accennato lo stesso Salvini.

Il confronto interno, poi, come detto è stato dedicato alle prospettive europee del Carroccio. Il dilemma non è nuovo: restare nel gruppo «Identità e democrazia», dove siedono anche alleati «scomodi» come Alternative fur Deutschland e la destra francese di Marine Le Pen, oppure avvicinarsi ai Popolari europei cercando di uscire dall'isolamento a Strasburgo. A poco più di un anno di distanza dalle europee, la Lega comincia a interrogarsi con più insistenza sul suo futuro a Strasburgo.

Ieri è stato soltanto il primo «round» del confronto e dopo circa tre ore di dibattito nessuna decisione definitiva è stata presa. In apparenza tutti sono d'accordo sul «niet» alla destra tedesca di Afd, ma si discute se e come avvicinarsi al Partito popolare europeo.

Dopo le premesse del capo delegazione a Strasburgo Marco Campomenosi e del capogruppo a Marco Zanni, che hanno illustrato la situazione politica, alla riunione è intervenuto il presidente della Camera Lorenzo

Fontana, che resta formalmente responsabile Esteri del partito. Davanti alle posizioni, a tratti divergenti, dei dirigenti, il segretario leghista non ha espresso la sua opinione e ha rinviato la discussione al 29 maggio.

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