Il ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, traballa o rischia di venire depotenziata di fronte all'ondata di sbarchi. Il leader della Lega, Matteo Salvini, fra le righe, chiede di fatto la sua testa. «Serve un intervento, ci sono clandestini ad Augusta, un veliero tedesco punta in Italia, Draghi sta facendo il possibile, ma se c'è un ministro dell'Interno attendiamo di averne notizia» ha attaccato Salvini subito dopo l'incontro di ieri con il presidente del Consiglio. «Un tema aperto e caldo, su cui ho chiesto l'intervento diretto del presidente Draghi è quello degli sbarchi» ha spiegato il capo leghista. E sottolineato che «attendiamo interventi seri e secchi da parte del ministro dell'Interno, perché non si può pensare a un'estate di sbarchi».
Nelle stesse ore il Viminale dava via libera all'ingresso nel porto di Augusta dell'ammiraglia delle Ong, la Geo Barents di Medici senza frontiere, per sbarcare 410 migranti. La Lega ha organizzato una protesta. E da Lampedusa, che ieri registrava altri arrivi, Attilio Lucia, responsabile leghista, non usava mezzi termini: «È arrivato il momento di fermare gli sbarchi. Subito. Se Lamorgese non è capace di farlo, vada a casa». Salvini rincara la dose dichiarando che «non è possibile che l'Italia sia meta di traffici e arrivi illegali». E fa notare che da gennaio abbiamo superato i 18mila arrivi, tre volte tanto lo stesso periodo dell'anno precedente. L'impennata degli sbarchi «è un problema sociale, di sicurezza» ha sottolineato Salvini. Nelle ultime settimane il leader leghista ha incontrato diversi ambasciatori nordafricani. Ieri il rappresentante del Marocco per rilanciare la proposta «di un coordinamento dei Paesi del Nordafrica sul fronte dell'immigrazione», che scavalca i tentativi diplomatici del Viminale.
Lamorgese sa bene, grazie alle informazioni di intelligence e analisi della Guardia costiera, che in luglio e agosto gli sbarchi rischiano di aumentare ancora e diventare continui. Le stime per difetto prevedono 65mila arrivi per quest'anno.
Salvini ha voluto incontrare Draghi la settimana prima dell'importante vertice europeo dedicato alla crisi migratoria. Il premier parteciperà il 25 giugno al Consiglio d'Europa chiedendo a gran voce un «nuovo accordo di partenariato con la Libia» che coinvolga direttamente la Ue e punti ad arginare le partenze.
Il capogruppo al Senato della Lega, Massimiliano Romeo, spiega che «la strada non può essere quella dei ricollocamenti perché sappiamo bene che gli altri Paesi europei non li prenderanno i migranti. Ci proviamo da anni». E rivela a grandi linee il piano: «La strada maestra è invece andare in Libia con finanziamenti europei per bloccare le partenze. È un po' la strada che sta cercando di prendere Draghi».
Una fonte del Giornale che conosce bene la crisi migratoria e l'intreccio politico fa notare: «Se Lamorgese non perderà la poltrona per le pressioni della Lega potrebbe venire depotenziata o commissariata dallo stesso Draghi». Un compromesso che eviterebbe di far saltare il governo. La responsabile del Viminale gode della protezione del Colle, come altri ministri proposti, se non imposti al premier.
Gli attacchi leghisti continuano con il sottosegretario all'Interno, Nicola Molteni, che ribadisce: «Il governo deve porre il problema della gestione dei fenomeni immigratori come priorità della propria agenda politica».
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