La poesia delle vacanze romane di Clark Gable e Audrey Hepburn è soltanto un ricordo in bianco e nero. Le diapositive a colori raccontano un film diverso, fatto di insicurezza, cassonetti strabordanti e branchi di cinghiali, topi e gabbiani che banchettano tra i rifiuti. Così succede che, dopo aver visitato la Roma di Gualtieri, qualcuno, invece di comprare il classico souvenir, decida di mettersi al computer per lamentarsi direttamente con il Campidoglio. All'indirizzo mail della commissione Ambiente è arrivata una lettera che lascia poco spazio alle interpretazioni. «La vostra città versa in uno stato di degrado per cui si possono usare tutti gli aggettivi negativi del dizionario italiano», scrive l'autrice che si definisce una «turista esterrefatta».
Nelle righe che seguono si parla di «erbacce che crescono su fontane e monumenti» e di «comportamenti gravi che restano impuniti». Chi lavora all'interno degli uffici capitolini dice che non capita tutti i giorni che qualcuno si prenda addirittura la briga di cercare l'indirizzo di una commissione per segnalare problemi di questo tipo. Segno che la situazione sta davvero sfuggendo di mano. Non a caso una settimana fa le immagini del degrado capitolino, dalla monnezza ai roghi tossici, erano finite pure sul New York Times. Una figuraccia mondiale per il sindaco Roberto Gualtieri, primo cittadino di una metropoli descritta come trasandata e spettrale. L'ultimo grave fatto di cronaca risale alla scorsa settimana. Il 30 agosto una donna di quarant'anni è stata molestata da un uomo di origine indiana attorno alle otto di sera nella centralissima via Barberini. A salvarla dalla violenza è stato proprio un gruppo di turisti in attesa alla fermata del bus. Un intervento provvidenziale che ha anticipato quello dei carabinieri, evitando il peggio.
«Il degrado è tale che anche un bagno in una fontana monumentale appare cosa lieve a chi è costretto a destreggiarsi tra i monumenti cercando di evitare rifiuti sparsi ovunque», commenta Fabrizio Santori, consigliere leghista che ha denunciato la vicenda. «Il sindaco Gualtieri tace mentre il simbolo dell'Urbe nel mondo conclude sta diventando un cumulo di spazzatura, magari con un cinghiale accanto che pasteggia indisturbato».
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