Per una volta, il blocco italiano a Strasburgo ha lottato fino all'ultimo per difendere il vino, per distinguere l'uso dall'abuso e per allontanare dalle bottiglie l'etichetta dal bollino nero. Il voto del Parlamento europeo sulla strategia per la lotta ai tumori agita i Paesi che hanno importanti filiere nell'agroalimentare e l'Italia si è dimostra uno dei Paesi più compatti nel voler difendere la specificità sul vino. Il legame tra tumori e consumo di alcol è infatti uno dei fattori presi in esame dalla relazione - che non ha effetti legislativi immediati - e s'intreccia con il tema della difesa alla dieta mediterranea da tempo messa in campo dall'Italia. Benché, nei fatti, si tratti di tavoli diversi.
Nell'occhio del ciclone, a Strasburgo, sono allora finiti i paragrafi relativi all'uso di alcol e alla possibilità d'introdurre etichette informative per le bevande alcoliche.
Il voto, riaccende i riflettori sul sistema di etichettatura NutriScore, proposto dai francesi (che però non è menzionato nel testo sulla lotta al cancro). Roma, ad esempio, si è mossa con una proposta alternativa, che il governo ha battezzato NutrInform. Ovvero, spiega il ministro della salute Roberto Speranza, un sistema che «ambisce a creare una nuova consapevolezza sui valori della dieta mediterranea». Per quel che riguarda il testo della strategia Ue sul cancro, l'idea è cambiare i paragrafi relativi ai rischi legati ai consumi di alcol. Le modifiche chiedono l'inserimento della dicitura «consumo nocivo» di alcol al posto del semplice «consumo» e la sostituzione della frase «avvertenze per la salute» con «informazioni su un consumo moderato e responsabile» per quanto riguarda le etichette sulle bottiglie. Un dibattito acceso e che rischia di penalizzare un settore specifico.
Preoccupazioni condivise anche alla Commissaria Ue alla Salute, Stella Kyriakides, che in aula si è dimostrata alquanto seccata: «Non c'è alcuna intenzione di prendere di mira la cultura gastronomica, il nostro lavoro punta a garantire sistemi di prevenzione e cure efficaci a tutti gli europei ed è basato su dati scientifici». Il punto è, ricorda, che il consumo di alcol in Europa è alto e, per questioni di salute, «va ridotto».
In molti si sono battuti affinché siano chiare almeno le distinzioni fondamentali: «Il 92% dei tumori da alcol è provocato dall'abuso di esso e non dal salutare bicchiere di vino rosso che aiuta per le malattie cardiovascolari e cardiocircolatorie», ha fatto notare l'eurodeputata di Forza Italia Luisa Regimenti. «Dobbiamo contrastare l'abuso di sostanza alcoliche e non discutere se sia opportuno o meno bere un bicchiere di vino».
L'Europa ha il livello più elevato di consumo di alcol al mondo e può causare diversi tipi di cancro, ecco perché un piano con un chiaro obiettivo per raggiungere una riduzione di almeno il 10% nel consumo di alcol, come sostenuto dall'Oms comunque ci vuole, salvaguardando però l'eccellenza italiana.
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