"L'hanno descritto come un mostro. Clima avvelenato contro Trump". Intervista a Matteo Salvini

Il leader della Lega: "Berlusconi ha subìto lo stesso trattamento, è facile trovare la testa calda che passa dalle parole ai fatti"

"L'hanno descritto come un mostro. Clima avvelenato contro Trump". Intervista a Matteo Salvini

Matteo Salvini, ministro dei Trasporti e vice premier, è uno dei leader più influenti dello scenario politico italiano. Da segretario della Lega, da anni, vanta rapporti di vicinanza umana e politica con Donald Trump.

Ministro, lei si è sempre pronunciato a favore di Trump. È sconvolto dall'attentato in Pennsylvania?

«È successo qualcosa di grave e sconvolgente. Apprezzo gli appelli per abbassare i toni, che ora arrivano anche dai Democratici Usa: meglio tardi che mai. Se si passa il tempo a descrivere Trump come un mostro da abbattere a tutti i costi, come avvenuto per decenni anche contro Berlusconi, puoi trovare la testa calda che passa dalle parole ai fatti. Non a caso anche l'amico Silvio subì ben due aggressioni fisiche la sinistra dovrebbe trovare un po' di misura, anziché cercare sempre la demonizzazione dell'avversario».

Negli Stati Uniti, si sa, è difficile che le cose avvengano per caso. Questo attentato a Donald Trump è figlio del clima politico avvelenato contro di lui?

«Assolutamente sì»

Trump ha contro di sé forze molto potenti: il partito democratico, una parte consistente dell'establishment, la magistratura, i governi europei. Può farcela lo stesso?

«Spero proprio di sì, perché dalla sua parte ha il popolo americano».

Parliamo di pace. Lei è diventato il leader del movimento pacifista?

«Preferisco parlare di movimento di buonsenso. Mi auguro che la diplomazia prenda il sopravvento».

Il governatore del Veneto Luca Zaia, uno dei massimi dirigenti leghisti, ha dichiarato: «Finiamola qui con l'invio delle armi in Ucraina». Lei è d'accordo?

«Io mi limito a osservare: più armi inviamo più la guerra va avanti».

Lei dice che la divergenza con la Meloni sull'Ucraina non indebolisce la coalizione. Però una divergenza su pace o guerra non è una piccola cosa. O sbaglio?

«Nessuna divergenza, Giorgia fa un ottimo lavoro anche sul piano internazionale e sono certo che il governo italiano saprà essere prezioso protagonista per arrivare alla de-escalation. Il governo lavorerà per tutti e cinque gli anni che gli elettori ci hanno chiesto, fino al 2027. Crisi o litigi sono solo fantasie di Repubblica e del Pd».

Come giudica la minaccia di Putin di bombardare le capitali europee? Anche Roma è in pericolo?

«Non voglio nemmeno pensarlo».

Se Trump diventerà presidente, l'Europa ne trarrà vantaggio?

«Decisamente sì, anche perché con i democratici alla Casa Bianca abbiamo visto troppe volte l'infiammarsi della situazione internazionale».

La Le Pen non è riuscita a conquistare la maggioranza assoluta. Mi dica la verità, lei credeva che ce la potesse fare?

«Ci speravo, per i cittadini francesi in generale e per tutti gli europei. Marine ha comunque ottenuto un ottimo risultato: è il partito più votato di Francia, per bloccarla hanno dovuto mettere insieme l'accozzaglia di tutti gli altri, Macron e sinistre, incompatibili politicamente. Come ha detto Le Pen, la vittoria è solo rimandata. Ora siamo impegnati - insieme ai patrioti - per cambiare questa Europa troppo lontana dai cittadini e troppo vicina alle banche e alla Cina».

Ministro, il presidente della Ligura Toti ha chiesto di incontrarla, con l'autorizzazione dei magistrati, dagli arresti domiciliari. Lo vedrà?

«Certamente sì».

Di quali argomenti parlerete?

«Oggi saremo a Genova per presentare quanto fatto sul fronte infrastrutture, in Liguria e in tutta Italia. Con Giovanni parleremo certamente di tutto, a partire dalle prospettive di sviluppo di una regione che nell'ultimo decennio ha conosciuto uno sviluppo senza precedenti».

Come giudica l'arresto del presidente Toti?

«Sono onestamente sorpreso, anche perché continua a essere ai domiciliari. Senza rinvii a giudizio o condanne definitive, c'è una Regione decapitata. Mi chiedo se sia normale».

Perché dopo due mesi si ostinano a negargli la revoca degli arresti domiciliari?

«Bisognerebbe chiedere alla magistratura. Ne sono molto sorpreso».

Dalla lettera inviata da Toti al proprio legale sembra di capire che sarà costretto a dimettersi.

«È una scelta di Giovanni, di certo la Lega non vuole sfruttare la situazione colpendo gli alleati».

Quindi ogni presidente di regione deve considerarsi sotto scacco della magistratura?

«La politica deve ritrovare la propria dignità. Ricordo che il Parlamento ha deciso di mandarmi a processo perché, da Ministro dell'Interno, avevo bloccato gli sbarchi. Così ci consegniamo tutti, da destra a sinistra, allo strapotere dei pm. Io rischio fino a 15 anni di carcere: mi dica lei se è normale».

Sarà difficile trovare persone disposte a candidarsi per la presidenza della Regione Liguria.

«Ne parleremo a tempo debito, mi lasci dire che la riforma della Giustizia non è rinviabile».

Come si può fare per restituire la magistratura ai suoi compiti?

«Ribalto il tema: è la politica che deve tornare centrale».

Parliamo di opere pubbliche, ha dei cantieri o progetti per la Liguria?

«Dalla Diga foranea al terzo valico fino al sistema Aurelia bis da Ventimiglia alla Spezia, siamo di fronte a investimenti senza precedenti. Solo come strade Anas, abbiamo previsto 3,3 miliardi di euro di investimenti in nuove opere e più di 430 milioni in manutenzione, mentre per le ferrovie i principali investimenti ammontano a più di 16 miliardi, oltre a 2,7 miliardi di manutenzione, messa in sicurezza delle strade su ferro. Stiamo cambiando il volto di un intero territorio. E aggiungo: oggi riprende in Commissione la discussione sul Salva Casa, l'obiettivo è portarlo in Aula questa settimana. Desideriamo cambiare e migliorare la vita a milioni di italiani da anni alle prese con la burocrazia per sanare piccoli problemi dentro le loro cadenze».

Tra lei e Toti presidente c'era intesa?

«Certamente sì, e i risultati di buon governo sono stati apprezzati dai liguri che ci hanno confermato per ben due volte».

Quali sono le doti speciali di Toti che gli hanno permesso di avere un così grande consenso elettorale?

«La concretezza, che la Lega ha mostrato in più occasioni a partire dalla ricostruzione del ponte Morandi».

La sinistra scenderà in piazza contro l'aeroporto di Malpensa che lei ha voluto intitolare a Silvio Berlusconi e ricorrerà al Tar. Può spiegare alla sinistra perché il Cavaliere merita questo riconoscimento?

«Vale la stessa risposta che ho dato per Trump: l'odio politico va accantonato.

La sinistra tratta troppo spesso gli avversari come veri e propri nemici da abbattere. E su Malpensa noto una furia eccessiva, sorprendente, dolorosa. Berlusconi è stato un grande italiano, un grande imprenditore, un grande grande uomo di sport e di comunicazione».

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