I dossier segreti sono sul tavolo di Giuseppe Conte. L'intero governo gialloverde è preoccupato, inutile negarlo, per l'escalation di violenza che potrebbe esplodere in Libia. A preoccupare non è tanto, o non solo, il rischio di perdere influenza nel Paese africano in caso di conflitto finale tra Haftar e Al Serraji. All'orizzonte c'è anche e soprattutto la "crisi umanitaria" che il premier e i ministri vogliono scongiurare. In Libia - scriveva Gli Occhi della Guerra - sono presenti circa 800 mila migranti intenzionati a raggiungere l'Europa via Italia.
Secondo i dossier degli 007 italiani, consegnati secondo il Corriere dall'intelligence in queste ore al presidente del Consiglio, la prima ondata potrebbe coinvolgere qualcosa come 6mila stranieri pronti a salire su gommoni guidati da trafficanti senza scrupoli. Sono quelli rinchiusi nei centri di detenzione o in quelli per i profughi. Il pericolo è stato confermato anche dal direttore dell'Aise, Luciano Carta, nella sua audizione al Copasir.
L'Italia non intende cedere alle pressioni esterne in Libia. Salvini lo ha detto chiaramente, invitando in particolare la Francia a non soffiare sul fuoco della guerra. Anche i libici sono scesi in piazza contro Macron, convinti che ci sia lui dietro la nuova crisi in Libia. In effetti gli emissari di Haftar sono andati a Parigi, ma hanno incontrato anche il premier Conte. A Roma sono arrivati anche gli ambasciatori di Al Serraji. Per il governo gialloverde la prorità è quella di impedire lo scontro e mantenere tutti gli impegni presi con Tripoli.
Sullo sfondo, come detto, c'è anche la necessità di evitare un'altra invasione di migranti. Conte ha già detto che, in caso di "emergenza umanitaria" Roma farebbe la sua parte. Per alcuni sarebbe un segnale diretto a Salvini e alla sua politica dei porti chiusi: in caso di guerra, per Palazzo Chigi la linea dura potrebbe congelarsi. Non la pensa allo stesso modo il Viminale: "Non cambia nulla sulle politiche migratorie per l'Italia - ha detto ieri - in Italia si arriva con il permesso, coloro che scappano dalla guerra arrivano in aereo come stanno facendo. Ma i barchini, i gommoni o i pedalò in Italia, nei porti italiani non arrivano".
Bisogna dire che per ora i barconi faticano a partire a causa della difficoltà di organizzare le
partenze. Ma se la situazione dovesse peggiorare, allora la musica potrebbe cambiare. "I trafficanti di uomini stanno cercando di organizzarsi nel reperimento di barche e gommoni", riporta il quotidiano di via Solferino.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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