«Le racconto una cosa. Ultimamente c'è una battaglia contro le bottigliette di plastica. Un tir di bottigliette di plastica equivale a 32 tir di bottiglie di vetro, in termini di spazio e peso. Perché sono dei piccoli cilindri che poi vengono soffiati dall'imbottigliatore. E quindi si produce meno C02». Antonello Ciotti, presidente di Corepla (Il Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclaggio e il recupero degli imballaggi in plastica) ci smonta subito un luogo comune che popola questo periodo di ossessione green.
Presidente, la plastica è diventata un mostro...
«Per carità. La plastica è il miglior prodotto che consente al cibo di arrivare al consumatore. Per praticità, igiene, economicità e riciclabilità».
Mi faccia un esempio.
«Il parmigiano che lei compra al supermercato mantiene la sua freschezza per oltre due mesi quando è sullo scaffale, ma è stato protetto da 7 grammi di film di plastica. Uno studio inglese ha dimostrato che i prodotti imballati con la plastica hanno una deperibilità del 3 per cento, quelli senza, cioè sfusi, del 30 per cento: pensi agli sprechi».
Però inquina...
«Il riscaldamento globale si misura con le emissioni di C02 e la plastica è l'imballaggio con le emissioni più basse. Certo bisogna poi fare la raccolta differenziata affinché dal rifiuto si generi una risorsa. Corepla nel 2018 ha versato 350 milioni di euro ai Comuni per sostenere i maggiori costi della raccolta differenziata. Questi contributi sono proporzionali alla qualità e quantità della plastica conferita dai Comuni. Per cui più il cittadino contribuisce ad una corretta raccolta differenziata più il comune riceve un supporto economico.».
Di fatto è in corso una battaglia contro la plastica. Come andrà a finire?
«Credo che alla fine vincerà il buonsenso. Si devono combattere gli sprechi, anche di plastica, ma soprattutto, bisogna incentivare la differenziata. Quello della plastica è anche un grande business. Produciamo sei milioni di tonnellate ogni anno per un giro di affari che supera il miliardo di euro. Per trattare questo tema servono meno posizioni ideologiche più posizioni tecnologiche».
Quindi quella del mondo plastic free è una sciocchezza?
«È una forma di autoassoluzione di massa: invece di dire al cittadino di impegnarsi nella raccolta differenziata passa il concetto che possano esistere altri materiali più sostenibili o addirittura che possa esistere un imballaggio biodegradabile. Che non esiste. È una fake news: non esistono imballaggi biodegradabili a temperatura ambiente».
Torniamo all'acqua. In giro si vedono sempre più borracce, sono diventate lo status symbol di un nuovo stile di vita. Il monouso va verso l'estinzione?
«Parto dal monouso: le norme europee in proposito svantaggiano molto gli articoli prodotti in Italia, Spagna e Grecia. Le borracce non sono la soluzione. Innanzitutto non tutte le acque sono uguali, ci sono le acque potabili e quelle minerali. Una bottiglia di acqua confezionata viene controllata più di cento volte ed è quindi più sicura. La borraccia poi va pulita con attenzione, perché non possiamo sottostimare i rischi igienici di una scarsa pulizia ad ogni riempimento e ovviamente per lavarla bisogna consumare dell'acqua e del sapone, che deve poi essere trattato nei depuratori».
Cosa pensa dell'ondata di ecologismo che sta attraversando tutto il
mondo?«Sono felice che i giovani si interessino di ecologia, devono farlo. Ma devono informarsi ed essere coerenti. Greta è andata a New York con una barca dove numerosi accessori sono di plastica, compreso il salvagente...».
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