Tra le regioni che potrebbero rientrare in uno scenario di «elevata» gravità, le cosiddette zone gialle, quelle che rischiano di entrare in massima sofferenza, ci sono la Puglia, la Sicilia, la Liguria, la Campania e forse anche il Veneto.
Ma sarà soltanto il ministro Roberto Speranza, in base agli ultimi dati sui contagi e quelli sulla tenuta dei servizi sanitari, a stabilire quali territori dovranno rientrare in questa fascia di rischio, scavalcando i governatori e firmando le ordinanze che saranno efficaci per almeno quindici giorni e comunque non oltre la scadenza del Dpcm.
Anche in questi territori, che si collocano in uno «scenario di tipo 3» e il cui elenco sarà aggiornato ogni settimana, sarà lockdown. Più soft, però, rispetto alle zone rosse dove la stretta ricorda più quella dello scorso marzo.
Si può uscire dalla propria abitazione senza l'autocertificazione, perché i negozi restano aperti, tranne i centri commerciali nei fine settimana come previsto in tutte le regioni. Ma sono vietati gli spostamenti in entrata e in uscita, se non per comprovate esigenze lavorative, scolastiche o di salute. E in questo caso serve l'autocertificazione in caso di controlli.
Non è possibile neanche spostarsi in un comune diverso da quello di residenza con mezzi di trasporto pubblici (che possono viaggiare al 50 per cento della capienza) o privati, salvo per i soliti comprovati motivi o per usufruire di servizi non disponibili nel proprio comune.
Come per le zone rosse, i bar, i pub, i ristoranti, le gelaterie e le pasticcerie rimangono chiusi anche a pranzo, non soltanto dopo le 18 come nei territori dove la curva epidemiologica preoccupa meno. Possono lavorare soltanto le mense e i catering continuativi, a condizione che vengano rispettati i protocolli o le linee guida diretti a prevenire o contenere il contagio. Rimane consentita la sola ristorazione con consegna a domicilio e l'asporto fino alle 22, orario del coprifuoco nazionale.
A parte la serrata dei locali, nelle zone gialle restano in vigore le regole generali. Parrucchieri, barbieri ed estetisti possono rimanere aperti, sempre rispettando i protocolli in vigore.
Per quanto riguarda la scuola, la didattica a distanza è obbligatoria al cento per cento solo per gli studenti delle scuole superiori e per quelli degli istituti tecnici. Fino alla terza media gli alunni continuano a studiare in presenza, con l'obbligo di indossare sempre le mascherine e di mantenere il distanziamento.
Poi ci sono le zone verdi, dove la diffusione del virus è più bassa e minore è la sofferenza degli ospedali e dei servizi assistenziali. In questa fascia rientrano tutte le altre regioni dove per ora non si registrano criticità, ma che in caso di eventuali peggioramenti della situazione epidemiologica potrebbero cambiare fascia di rischio. In queste aree la situazione resterà simile a quella attuale e le limitazioni saranno quelle previste dal nuovo Dpcm, con ristoranti e bar chiusi alle 18, coprifuoco per tutti alle 22 e centri commerciali chiusi nei week-end.
Ogni regione si collocherà in uno scenario («giallo» o «rosso») in base a criteri oggettivi.
Ma il ministro della Salute potrà sempre adottare ordinanze, d'intesa con i governatori, per prevedere «l'esenzione dell'applicazione di una o più misure» restrittive, anche in «specifiche parti del territorio regionale».
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