«L'impietoso ritratto di Travaglio del presidente Marsilio» lo definisce ilfattoquotidiano.it, prima però di rimuoverlo dal sito. Il monologo del direttore del Fatto sul Nove è di quelli tipici di Travaglio, taglienti al limite della querela (a volte oltre), ma c'è un dettaglio in più rispetto al solito e che spiega la rimozione dal web. È andato infatti in onda, sul canale Nove, a poche ore dall'apertura dei seggi in Abruzzo, mentre la legge prescrive che nel giorno precedente le elezioni «è fatto divieto alle emittenti radiotelevisive private di diffondere propaganda elettorale». In più, protesta il candidato di centrodestra in Abruzzo, oltre alla «clamorosa e vergognosa violazione del silenzio elettorale», il comizio «condito di calunnie di Marco Travaglio, seguito a ruota dal giornalista Andrea Scanzi» contiene un falso. «Travaglio, noto diffamatore seriale più volte condannato per questo reato, mi ha calunniato descrivendomi, insieme a mia moglie, come indagato e condannato in primo grado per un reato che non ho mai commesso e per il quale non sono mai stato né indagato né tantomeno condannato» dice Marsilio. Il governatore meloniano qualche giorno fa aveva annunciato una richiesta di risarcimento in sede civile al giornale filo-grillino La Notizia, per un pezzo che riportava appunto la falsa notizia dell'indagine a suo carico e poi dell'assoluzione dall'accusa di favoritismo per l'assunzione della moglie all'Atac nel 2010. «Una notizia totalmente destituita di ogni fondamento, in quanto io non sono mai neanche stato iscritto nel registro degli indagati» aveva spiegato Marsilio pochi giorni fa in un comunicato.
Ad essere processato fu l'ad di Atac, poi però assolto perchè le assunzioni sono state giudicate regolari. Ma la notizia è girata molto sui social, e dai social è arrivata in tv, per bocca di Travaglio, a urne quasi aperte. «Evidentemente per Travaglio ha più valore il clamore mediatico che il rispetto della verità e della dignità delle persone - commenta Marsilio, che annuncia una causa penale e civile «per tutelare me e la mia consorte» e una segnalazione all'Agcom la violazione del silenzio elettorale. Fratelli d'Italia rende fa sapere che farà altrettanto, denunciando i «metodi disgustosi tipici della peggiore sinistra devota alla macchina del fango». Sotto accusa è anche il canale Nove, del gruppo Discovery, che manda in onda il programma Accordi e Disaccordi. Il fratello d'Italia Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera, attacca «la nota rete televisiva nazionale, Canale Nove» di aver «premeditato l'ennesimo colpo basso contro Marco Marsilio», e invoca un intervento immediato della Agcom affinchè «condanni questo canale di cialtroni a una multa esemplare mentre al resto penserà la magistratura che comminerà a Travaglio l'ennesima condanna per diffamazione». Nessun commento dal canale, mentre si fa notare che il programma non è prodotto da Discovery ma da LoftTv, la tv del Fatto Quotidiano. Anche Tommaso Foti, capogruppo alla Camera, auspica «che l'Agcom prenda al più presto provvedimenti per condannare questo inaccettabile abuso di potere».
Le sanzioni che l'Agcom può comminare per la violazione del silenzio elettorale sono però ridicole: da 103 euro fino a un massimo di 1032 euro. Più seria invece la causa per diffamazione che Marsilio annuncia. Ma non certo una novità per il direttore del Fatto.
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