A due giorni di distanza dall'annunciata pausa di riflessione dovuta a divergenze interne al movimento delle sardine, alcune delle quali avrebbero preferito "nuotare" verso una direzione più partitica mentre altre non sarebbero volute andare oltre il ruolo di gruppo di "pressione mediatica", torna a parlare Mattia Santori, per il momento ancora leader dei pesciolini arrabbiati.
"L'importanza di chiamarsi sardine. Arrivano momenti in cui bisogna riconoscere i propri errori, i propri limiti, le proprie incompatibilità. La diversità può essere un punto di forza, ma bisogna saperla valorizzare. L'ambizione può essere uno stimolo, ma solo se non si traduce in arrivismo", ammonisce Santori, come riportato da La Presse.
"L'impegno politico è un atto nobile, ma non può trasformarsi in frustrazione, in sospetto, in disillusione. Abbiamo per le mani una creatura fragile ma di rara bellezza. Che ogni giorno ci porta a soffrire, litigare, quasi arrenderci. Ma che ogni giorno ci ricorda quanto si stava peggio prima. Molti di noi erano soli prima delle sardine, o al massimo divisi in gruppetti sparuti. E per quanto non sia facile trovare spazio in una moltitudine, non riusciamo a tacere la gioia di farne parte", prosegue il portavoce delle sardine.
"Ci giudicherete, ci accuserete di fragilità", aggiunge mettendo le mani avanti,"ma siamo una grande casa politica che ospita giovani, anziani, comunisti, liberali, omosessuali, cattolici, da nord a sud, in Italia e nel mondo. Non ce la sentiamo di perdere questa possibilità di partecipazione. Non ce la sentiamo perché riteniamo che ci sia ancora bisogno di riempire quei vuoti lasciati dalla politica". Una politica che, in modo innegabile, è divenuta un forte richiamo per alcuni pesciolini del banco, tanto da cambiare le carte in tavola.
"Di riscoprire prossimità e vicinanza in un deserto di egocentrismo, edonismo, individualismo e vanità. Abbiamo rischiato di appiattirci sulle vecchie dinamiche partitiche e di diventare strumento di giochi che non vogliamo giocare. Abbiamo fatto ricorso ad un liberatorio e necessario momento di chiarimento interno che per ragioni tutte da immaginare è divenuto pubblico", lamenta Santori. "Sono successe molte cose in questi lunghi mesi. Una su tutte: una Pandemia con molti, troppi, morti. Sono successe molte cose anche in questi ultimi giorni. Molti i momenti chiarificatori. Molte cose si scoprono quando si ha il coraggio di fermarsi a pensare. Nei prossimi giorni vi faremo scoprire: ho undici punti del manifesto che sarà la nostra nuova casa", annuncia.
"Lo faremo in maniera lenta, per permettere a ognuno di metabolizzarne il significato. Le sardine ci sono e non vedono l'ora di riprendersi il proprio habitat naturale, fatto di persone in carne e ossa, relazioni, creatività e cura. Fuori, nonostante tutto, è primavera" dice ancora speranzoso, poi rilancia l'impegno ed i programmi del movimento. Ma a quanto pare lo sforzo dei pesciolini ha già intrapreso la via del tramonto e di fatto Santori lancia un ultimo appello per serrare i ranghi per quello che gli riesce meglio: fare da stampella nelle consultazioni regionali (basti pensare a quelle in Emilia Romagna) ai giallorossi per cercare di mettere in difficoltà la Lega e Salvini.
"Nei mesi di luglio e agosto si darà priorità alle regioni che andranno al voto. Saremo sempre gli 'anticorpi' al sovranismo.
La voce di un milione e mezzo di persone che sette mesi fa ha scelto con coraggio di risuonare per le piazze di tutta Italia non può essere dimenticata, non possiamo avere più paura di riprenderci in mano il nostro futuro", ha affermato. Ma è probabile che con un movimento del tutto "morente", questa volta l'esito delle urne sarà ben diverso. Il suo intervento su facebook ha ricevuto 400 contatti. E pensare che una volta erano 6000...- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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