Linea e alleati, scambio Renzi-Calenda

Dopo il flop alle Europee, i leader di Iv e Azione hanno invertito il posizionamento politico

Linea e alleati, scambio Renzi-Calenda
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I «gemelli diversi» Calenda e Renzi si scambiano i campi da gioco. Uno (Renzi) corre tra le braccia di Schlein e Conte, l'altro (Calenda) inizia la marcia di avvicinamento al centrodestra. Lui (Renzi), dopo aver fallito l'opa su Forza Italia, è sprezzante contro Tajani. Il gemello (Calenda) usa parole al miele nei confronti del leader di Forza Italia. All'indomani del flop alle Europee, Calenda e Renzi hanno iniziato una fase di riposizionamento politico in vista delle Politiche nel 2027. Il riposizionamento si muove a 360 gradi. Renzi e Calenda mescolano i ruoli su tutto: alleanze, linea politica, giustizia, iniziative elettorali. Capitolo coalizioni.

Calenda consolida le intese locali con il centrodestra. In Basilicata l'asse tra il governatore forzista Vito Bardi e Marcello Pittella, plenipotenziario calendiano in terra lucana, si rafforza. Pittella incassa la presidenza del Consiglio regionale. E rumors (non confermati) danno addirittura un fedelissimo di Pittella prossimo all'ingresso nel governo, con il ruolo di sottosegretario, in caso di mini-rimpasto. Stesso discorso in Piemonte, regione nella quale l'accordo tra il forzista Alberto Cirio, presidente della Regione, e il calendiano Enrico Costa è blindato. Di contro, l'ex rottamatore si prepara a uscire dalle giunte di centrodestra come a Genova. È il prezzo che Schlein impone a Italia Viva per sedere al tavolo con Fratoianni e Bonelli. Sulla linea politica, l'inversione di Renzi è totale. Sul caso «Arianna Meloni», sollevato da Il Giornale, il senatore di Rignano è sulle stesse posizioni dell'Anm (associazione nazionale magistrati). Un cambio di linea politica sulla giustizia, radicale, che coglie di sorpresa la stessa base renziana. E la sintonia tra Renzi e l'Anm avviene nello stesso giorno in cui l'esponente di Azione Enrico Costa (un tempo applauditissimo alla Leopolda) propone di far pagare ai magistrati i risarcimenti per l'ingiusta detenzione.

Sul dossier Giustizia lo scambio tra Calenda e Renzi è palese. Il capo di Iv dice no allo scudo per i governatori e non si esprime sulla modifica della Legge Severino. Calenda invece è favorevole a rivedere la norma sulla sospensione degli amministratori locali in caso di condanna in primo grado. Capitolo Rai. Anche qui la giravolta renziana è fantastica. A inizio legislatura, il leader Iv stringeva l'intesa con il centrodestra, incassando la vicepresidenza della commissione di vigilanza Rai per Maria Elena Boschi. Oggi, invece, Renzi è sulle posizioni di Sandro Ruotolo per il no a ogni intesa con la maggioranza sul rinnovo delle cariche nella tv di Stato. Calenda, al contrario, tratta per l'accordo. Capitolo autonomia, altro giro di giostra per Calenda e Renzi. Il leader di Azione si smarca dal referendum, Renzi invece è ai banchetti con Schlein per raccogliere le firme contro la riforma Calderoli. Insomma, Renzi e Calenda si sono scambiati i ruoli su tutto. Anche nelle feste estive.

Renzi andrà alla festa dell'Unità a Pesaro, Calenda il 30 agosto sarà in collegamento alla kermesse di Affari italiani (non certo un evento di sinistra).

E c'è chi si lascia a battute velenose: «Ora cambieranno anche i quotidiani di riferimento. Renzi leggerà il Fatto». Sipario.

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