Una ragazza contesa, una lite in strada dove dalle parole si è passati ai fatti con esiti fatali per uno dei due ragazzi che stavano discutendo. Diciassette anni la vittima, venti il killer. Età in cui al massimo dovrebbe volare qualche pugno. Questa volta, invece, è saltato fuori un coltello e il minorenne ha avuto la peggio. Giuseppe Turco, figlio di un fabbro, una famiglia tranquilla alle spalle, è morto così, giovedì sera, ucciso da almeno otto coltellate nella piazza di Casal di Principe, un paese in provincia di Caserta, da un quasi coetaneo di origini marocchine che lavora come idraulico e ha precedenti penali. Il giovane, rintracciato e fermato dai carabinieri, ha confessato il delitto: «Volevo solo difendermi». In casa sua sono stati ritrovati indumenti sporchi di sangue.
Raffaele Turco, il papà della vittima, che avrebbe compiuto 18 anni ad ottobre, sconvolto, invoca l'intervento di Matteo Salvini: «Il vice premier deve fare qualcosa, perché non è possibile morire a 17 anni per colpa di un ragazzo con precedenti penali. In questa zona siamo abbandonati a noi stessi, in mano ai violenti, perciò lo Stato adesso non deve lasciarci soli. Giuseppe doveva andare a mangiare una pizza ed invece ora non tornerà più. Farò di tutto per avere giustizia». Giuseppe era incensurato, il suo assassino no. Era stato denunciato in passato perché sorpreso dai carabinieri fuori ad un negozio con un'arma da fuoco.
I due si conoscevano, erano rivali in amore. Si contendevano le attenzioni di una ragazza che in passato era stata legata sentimentalmente alla vittima e che ora aveva una relazione con il ragazzo fermato con l'accusa di omicidio volontario. Giovedì sera si sono incontrati in una delle piazze più frequentate del paese. Quando davanti al solito bar è arrivata la ragazza contesa si è scatenato il putiferio. I due hanno cominciato a scambiarsi qualche battuta, poi la discussione è degenerata. Durante la rissa, alla quale avrebbero partecipato altre persone, il ventenne ha tirato fuori il coltello. Solo per difendersi, ha raccontato nel corso dell'interrogatorio. Ma è una versione che non convince chi indaga.
Gli investigatori hanno sequestrato le immagini delle telecamere di sorveglianza, dalle quali al momento non sembrerebbero emersi elementi utili, e hanno interrogato vari testimoni. Nonostante i soccorsi degli amici della vittima, che lo hanno trasportato moribondo in ospedale, Giuseppe Turco non ce l'ha fatta perché le pugnalate gli hanno compromesso le funzioni respiratorie, anche se sarà l'autopsia a doverlo confermare. L'assassino si è dileguato, ma è stato subito rintracciato grazie alle testimonianze dei presenti, che conoscevano i motivi di risentimento tra i due.
Renato Natale, sindaco di Casal di Principe, ha espresso alla famiglia il suo cordoglio: «Siamo sgomenti, è una di quelle notizie che non vorremmo mai sentire.
Ho inviato ai responsabili dell'ordine pubblico, che già svolgono un importante lavoro sul territorio, la richiesta di fare un ulteriore sforzo per garantire presidi permanenti nei luoghi di maggiore affluenza giovanile».
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