Ha ucciso il fratello nel sonno sgozzandolo, gli ha tagliato la testa e l'ha gettata dalla finestra della casa dove convivevano da sei mesi a Pannarano, in provincia di Benevento. Benito Miarelli, 59 anni, aveva problemi di alcool, era stato già protagonista di episodi violenti ed era seguito dai servizi sociali, ma nessuno in paese - pur conoscendo la particolare personalità dell'uomo - immaginava che sarebbe potuto arrivare a tanto dopo una lite con il fratello Annibale, che di anni ne aveva 70. Quest'ultimo, rimasto recentemente vedovo, anni fa aveva perso un figlio, e da Roma dove aveva vissuto tanti anni, aveva deciso di tornare a vivere nel paese di origine per trascorrere in serenità gli anni della pensione e anche per badare al fratello più giovane. Benito era il suo cruccio, voleva che smettesse di bere. «Quando alzava il gomito non si controllava. Era solo, e forse qualcuno ha sottovalutato il problema», dicono in paese, dove aveva già dato problemi, tanto che il gestore del bar vicino casa più volte aveva rifiutato di vendergli l'alcool.
Spesso i vicini li sentivano litigare, la convivenza non era certo serena «A volte Benito urlava cose senza senso, perché aveva bevuto. Ce l'aveva con i fascisti», raccontano. Qualcuno che abita in via Piano, vicino alla palazzina di tre piani, dove i fratelli Miarelli vivevano, ha assistito a tutta la terribile sequenza: prima la lite furibonda e le urla, poi il silenzio e Benito che lancia la testa di Annibale, facendola rotolare sui gradini davanti al portoncino. A questo punto Benito è sceso al pian terreno, ha raccolto la testa del fratello e l'ha deposita su un muretto in attesa che arrivassero i carabinieri, allertati da lui dopo la mattanza. I militari hanno trovato il corpo di Annibale sul letto, provo della testa.
Benito non ha opposto resistenza, si è fatto ammanettare ed è stato portato in carcere con l'accusa di omicidio volontario. Davanti al pubblico ministero ha ammesso le proprie responsabilità ed è in attesa dell'interrogatorio di convalida.
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