Il terrorista Alfredo Cospito fa proseliti, neanche fosse un santone. La rete dei suoi sostenitori si estende sempre di più. Si allarga di giorno in giorno da nord a sud. E no, non stiamo parlando dei boss di mafia che lo incitano al digiuno per portare a casa l'abolizione del carcere duro. Parliamo di «cittadini» che, addirittura, rifiutano il cibo in segno di vicinanza a Cospito e, allo stesso tempo, di protesta contro lo Stato. Ma si sa, la protesta corre veloce e dal web si sposta in piazza. Ed è lì, su internet, che gli anarchici si organizzano e mobilitano. Assoldano e poi devastano. Una delle tante contraddizioni degli uomini e le donne incappucciati vicini al loro «leader». D'altronde, cosa aspettarsi dagli anarchici? Da un lato sabotano la rete dando fuoco a ripetitori e a mezzi della Tim colpevoli (a loro dire) di contribuire al «controllo sociale». Dall'altro, invece, usano il mezzo per indirizzare la protesta. Peggio ancora, gli attentati. Uno dei «covi» preferiti è Telegram, è lì che vengono pubblicati messaggi, appuntamenti e condivise opinioni contro la «violenza dello Stato fascista». Così descrivono il governo guidato da Giorgia Meloni. Inutile sottolinearlo, tutte opinioni e idee sovversive. Che minano la democrazia. È lì che gli utenti solidarizzano con Cospito e familiarizzano tra di loro condividendo la stessa battaglia. Fanno rete. Mentre il dibattito si concentra sui deputati di Fratelli d'Italia Giovanni Donzelli e Andrea Delmastro c'è chi è pronto a fare la fame «per Alfredo contro il 41 bis». È uno dei tanti messaggi scritti su dei tovaglioli poggiati su piatti vuoti e poi fotografati e pubblicati sui canali Telegram. «Uno Stato giusto riabilita non distrugge» e ancora «ho fame di giustizia, digiuniamo insieme». Tutti affamati di «giustizia», pronti ad «imbracciare le armi» (per utilizzare il loro linguaggio) per Cospito. O meglio, una molotov. Il Viminale è in allerta «si tratta di gente pericolosa sparsa per tutto il Paese, difficile da controllare. Stiamo parlando di folli» ci dicono le nostre fonti a Roma. L'attenzione è massima, anche sulla rete. «Contropotere» è il canale Telegram più in voga, oltre 2500 gli iscritti cresciuti, soprattutto, negli ultimi giorni. Poi c'è il gruppo «Rivoluzione anarchica» o quello di «Giustizia proletaria» ma è difficile stargli dietro. I gruppi cambiano spesso, i messaggi vengono cancellati o pubblicati a tempo. A scadenza per intenderci. Come alcune locandine con gli appuntamenti «salienti».
In queste ore viene rilanciata la manifestazione di Roma, a Piazza Vittorio ma anche a Napoli a Piazza Dante o a Taranto dove l'appuntamento è per oggi a Piazza della Vittoria. Il motto è sempre lo stesso: «fuoco alle galere». Chissà se a forza di giocarci non si bruceranno.
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