Emmanuel Macron ha svelato ieri i contorni del piano «Louvre: Nuovo Rinascimento», usando la sala della Gioconda come set promozionale e Monna Lisa come sfondo attira consensi. D'altronde, dopo giorni di polemiche sul destino del museo simbolo di Parigi, dichiarato fatiscente dalla direttrice, l'Eliseo non poteva non rispondere all'Sos segreto diventato di dominio pubblico grazie a uno scoop del Parisien. Macron ha colto la palla al balzo. A metà del secondo mandato, solo il 21% dei francesi si dice soddisfatto del suo operato. Ecco allora l'invasione di campo dopo anni di mancata attenzione, cercando di trasformare una potenziale figuraccia nazionale (degrado, guasti continui nell'edificio, spazi allagati e sbalzi di temperatura che rischiano di influire sulla conservazione delle opere) in arma politica.
Via agli annunci: la Gioconda, che oggi si riesce a guardare solo una ventina di secondi per persona, dato il flusso nella sala condivisa con altre opere, sarà spostata in uno spazio «speciale» con accesso autonomo. Niente trasloco. Cambierà anche il prezzo del biglietto. Per Monna Lisa sarà specifico. Una sorta d'entrata Vip. E dal 1° gennaio 2026, ha annunciato Macron, prezzi «più elevati» per tutti i turisti extra-Ue che aiuteranno a pagare i lavori. L'operazione spostamento della Gioconda (la direttrice lo suggeriva da un anno, inascoltata) è parte di un maxi piano che prevede anche un concorso internazionale di architettura per cui il ministero sborserà 10 milioni, da bandire entro fine 2025 affinché si inauguri il nuovo ingresso al Louvre entro il 2031. Condizioni, secondo Macron, che consentiranno «una fruizione diversa e più serena» e un'esposizione «che andrà di pari passo con ciò che la Gioconda merita».
L'allarme sul dipinto di Da Vinci ha spinto l'Eliseo a muoversi per ridisegnare l'intero complesso: viabilità parigina, mobilità e sicurezza interne, comfort della visita, videosorveglianza; mosse utili a gestire accessi che «dai 9 milioni dell'anno scorso (l'80% stranieri) arriveranno a 12». Macron lega nuovamente la sua leadership al Louvre: lo stesso luogo da cui, nel 2017, si presentò al mondo ricevendo ascolto, mentre oggi la sua voce è sempre più isolata in patria, quanto in Europa. Il progetto è «realista e finanziabile». I lavori per l'accesso dalla colonnata di Perrault e la creazione di nuovi spazi sotto la Cour Carrée dovrebbero costare 400 milioni; finanziati dal Louvre di Abu Dhabi e vari mecenati. In dieci anni ne serviranno altri 400 in più per rimediare al degrado e adattare il museo alla nuova Grandeur cultural-politica (inclusi interventi nella Piramide che d'estate si surriscalda).
«Senza gravare sui contribuenti», ha precisato Macron, visto che l'esecutivo fatica a scrivere la legge di Bilancio 2025, e ieri, dopo giorni di negoziazioni anche con la sinistra, il Ps ha sospeso bruscamente il dialogo col premier per le sue parole sull'immigrazione (in certe realtà, ha detto Bayrou, c'è un rischio «sommersione» e si ha una «sensazione di sopraffazione»).
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