Luigino sotto processo: "Vada a casa"

Commenti feroci sui social contro il capo. L'ira di Grillo: "Tradimento"

Luigino sotto processo: "Vada a casa"

Mastica amaro, ufficialmente. Fa un post intitolato «No alla Tav» e parla di regalo a Macron. Ma per Luigi Di Maio, capo politico dei 5 stelle, nonché vicepremier, nonché ministro dello Sviluppo, la storia della Tav rischia davvero di diventare la pietra tombale della sua leadership. Già, perché sotto processo davvero, in primis sul Blog delle stelle ma pure su Facebook, il vero imputato è lui: lui, perché Conte non può aver preso una decisione simile senza consultarlo; lui, perché delegando la decisione finale al Parlamento sancisce di fatto il sì alla Tav visto che il M5s non ha i numeri per bloccare l'opera in Aula; lui, perché di fronte alla decisione del premier non applica a se stesso quelle paroline semplici, «a casa», che i grillini dedicano agli altri.

Alta tensione ad altissima velocità quella che si scatena in casa 5 Stelle più dopo il post del capo che dopo le parole del premier in diretta Facebook. Sì, perché a ben leggere il lungo post che Di Maio dedica alla questione, al di là della retorica pentastellata il «no» fermo, convinto, eccetera suona un po' stonato: «Ho ascoltato attentamente - scrive Di Maio - le parole del presidente Conte, che rispetto. Il presidente è stato chiaro, ora è il Parlamento a doversi esprimere. Sarà il Parlamento, nella sua centralità e sovranità, che dovrà decidere se un progetto vecchio di circa 30 anni e che sarà pronto tra altri 15, risalente praticamente alla caduta del muro di Berlino, debba essere la priorità di questo Paese. Sarà il Parlamento a dover decidere se è più importante la tratta Torino-Lione, cioè se è più importante fare un regalo ai francesi e a Macron, piuttosto che realizzare, ad esempio, l'alta velocità verso Matera, capitale europea della cultura, o la Napoli-Bari. Non noi, noi no».

Ok no, ma poi? Beppe Grillo, il fondatore, il garante, grida all'«ennesimo tradimento». «Dopo Tap, trivelle, Ilva - lo sfogo furibondo del fondatore del Movimento con alcune persone fidate e riportato all'Adnkronos - tradire la Tav è l'ultimo tassello...». Anche se poi da ambienti M5s filtra che Grillo ha sentito Luigino e gli ha dato il suo appoggio.

Gli attacchi più duri a Di Maio sono sul Blog delle stelle, ma anche i commenti su Facebook sono per Luigino una condanna, mentre qualcuno invoca il ritorno di Di Battista. Ironia della sorte, il partito che alle origini ha fatto del «vaffa» la sua bandiera ritorna al «vaffa», ma contro il suo capo politico. «Se il M5S al governo è davvero No Tav - scrive Giuseppe su Facebook - dimissioni di tutti i nostri ministri domani mattina. Attendere il voto, scontato, del parlamento è una carnevalata che faremmo ben volentieri a meno di vedere». «Pur di conservare la poltrona - annota Lino - stai letteralmente umiliando tutti i principi fondativi del Movimento. Ma non ti vergogni?».

Emanuel: «Così da bravo Ponzio Pilato permetti a Pd Forza Italia e Lega di avere la maggioranza declinando ogni responsabilità. Ma pensi che noi Italiani siamo così scemi? Peggio del Pd siete». Più di uno invoca le dimissioni del ministro Danilo Toninelli. Ma nonostante i boatos circolati anche ieri, le dimissioni non sono pervenute.

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