L'urlo di Yaroslava senza tregua

Sport e guerra: i risultati nel salto in alto dell'atleta ucraina

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Mentre Yaroslava volava nel cielo di Parigi, nel cielo di Kiev volavano bombe più cattive del solito. Il paragone è stridente, ma la realtà è quella di una splendida ragazza, figlia di una nazione che da oltre due anni sta soffrendo l'incredibile, capace di salire alla ribalta battendo uno dei record più resistenti dello sport mondiale, un primato che, quando lei è nata, aveva già 15 anni. Yaroslava Mahuchikh è la nuova regina del salto in alto, a Parigi ha saltato 2,10, superando di un centimetro l'impresa dell'87 della bulgara Kostadinova. Ma quello di Yaroslava è un sorriso triste, anche se sa che dietro il suo salto c'era una nazione intera che spingeva. Non ha postato scene di gioia e lacrime, perché le sue lacrime ormai sono quasi finite. Ha solo voluto richiamare tutti all'orrore della guerra «perché nessun record mi può dare gioia mentre la Russia attacca il mio Paese, ogni giorno, mentre uccide i nostri soldati e prende le vite di bambini e genitori». L'atroce bombardamento dell'ospedale pediatrico di Kiev è la goccia che fa traboccare il dolore di Yaroslava, una che si è schierata pesantemente contro l'invasione russa fin dal primo giorno: «Dal 24 febbraio 2022 siamo cambiati per sempre - scriveva -. Ogni giorno il mio Paese lotta per la verità, l'onestà, la libertà, l'indipendenza, per la sua esistenza».

Adesso è pronta per sorprendere ancora Parigi alle Olimpiadi, per sfilare dietro la bandiera che farà più emozionare i Giochi. Magari con la speranza che il mondo ritrovi quella tregua olimpica così lontana nella storia, così impossibile per i nostri tempi.

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