La proposta che rende «reato universale» il cosiddetto utero in affitto passa in Commissione al Senato. E la maggioranza esulta: «L'Italia si conferma una nazione all'avanguardia sul fronte dei diritti, contro le nuove forme di sfruttamento delle donne e dell'infanzia», dice la ministra alla Famiglia Eugenia Roccella (foto).
Per l'esponente di Fdi Augusta Montaruli si è finalmente «introdotto il diniego ad una pratica indegna, che trasforma il corpo delle donne e la procreazione di bambini in merce da vendere al miglior offerente. Tutto questo è oltremodo abominevole». Per il capogruppo leghista Massimiliano Romeo «più si rafforza il reato, inserendolo nel codice penale, più aumenta la possibilità che ci sia una moratoria a livello internazionale», come se i paesi che consentono la Gpa fossero pronti a cambiare le proprie leggi per timore dell'Italia.
Si festeggia il passaggio del testo in commissione, mentre le opposizioni proclamano battaglia «in Parlamento e nelle piazze», ma ancora non si sa quando la legge approderà in aula al Senato, per poi passare alla Camera: il calendario è così congestionato che si teme uno slittamento della consueta pausa estiva. Dal punto di vista politico, però, si celebra un momento di compattezza del centrodestra in giorni di forti tensioni e fibrillazioni interne. Che nascono innanzitutto dal malessere della Lega di Matteo Salvini, punita alle Europee, sorpassata da Forza Italia e in cerca di revanche per uscire dall'angolo. Così, negli ultimi giorni, il Carroccio ha moltiplicato i fronti conflittuali all'interno della maggioranza in Parlamento, e anche fuori: l'annuncio, per ora solo ipotizzato, di un possibile futuro incontro di Salvini con Donald Trump ha l'obiettivo di scavalcare la premier nelle relazioni con il potenziale prossimo presidente Usa.
Martedì si è sfiorato l'incidente parlamentare proprio sulla maternità surrogata, con la Lega che proponeva sanzioni feroci (10 anni di carcere, milioni di multa) respinte dagli altri partiti del centrodestra. Analogo tentativo sul Decreto coesione al voto della Camera, con un emendamento pro-balneari che la maggioranza ha dovuto dichiarare improponibile. E ieri il partito di Salvini ha lanciato un guanto di sfida a Fi, chiedendo di abbassare il canone Rai, da compensare con un aumento della raccolta pubblicitaria. «Non siamo d'accordo: il canone è il più basso d'Europa, e non vogliamo trasformare la Rai in un'azienda commerciale», replicano gli azzurri. La salviniana Spelgatti viene spedita ad aprire il fuoco sugli alleati moderati: «Forza Italia difende un'azienda privata (ossia Mediaset, che verrebbe penalizzata dall'aumento della pubblicità Rai) ai danni della tv di Stato?».
L'opposizione intanto festeggia l'insurrezione leghista: «Dall'Autonomia alla Rai la maggioranza è spaccata», dicono dal centrosinistra. E da Iv Isabella De Monte nota: «In Europa Salvini cerca intese con Orban per creare un gruppo della destra filo-Putin (e svuotare il gruppo Ecr, ndr): l'obiettivo da isolare e colpire è proprio la Meloni».
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