Macron insulta ancora: populisti lebbrosi

Affondo del presidente francese. Di Maio: «Ipocriti, pensate a Ventimiglia»

Macron insulta ancora: populisti lebbrosi

Mentre il caso della Lifeline teneva banco, e a poche ore dal vertice informale di Bruxelles, tra Francia e Italia riesplode la polemica in tema di accoglienza. A dimostrazione del fatto che i sorrisi e le strette di mano con Giuseppe Conte erano più fuffa per i fotografi che sostanza politica, il presidente Emmanuel Macron è tornato a scagliarsi pesantemente contro nostro governo. Pur senza nominarlo. Ma era evidente a chi si riferisse quando ieri - nel corso di un intervento a Quimper, in Bretagna - ha risposto a chi lo accusava di non fare abbastanza invitando a «guardare ciò che accade altrove».

«I populisti crescono come una lebbra un po' ovunque in Europa - ha tuonato Macron -, anche in Paesi in cui credevamo fosse impossibile vederli riapparire. I nostri amici vicini dicono le cose peggiori e noi ci abituiamo! Fanno le peggiori provocazioni e nessuno si scandalizza, tradiscono anche l'asilo, fanno le peggiori provocazioni umanitarie È contro di loro che dobbiamo scandalizzarci, non dividendoci tra noi stessi. Contro il nazionalismo che rinasce, contro le frontiere chiuse che propongono alcuni».

Parole come pietre che ovviamente hanno scatenato reazioni immediate. «Offensive e fuori luogo - le ha definite il vicepremier Luigi Di Maio su Facebook -, la vera lebbra è l'ipocrisia di chi respinge gli immigrati a Ventimiglia e vuole farci la morale sul diritto sacrosanto di chiedere una equa ripartizione dei migranti». E sulla stessa lunghezza d'onda ha risposto anche Matteo Salvini che in quei minuti stava tenendo un comizio a Viterbo: «Macron è veramente un signore... Caviale, champagne e signorilità. Ma io lezioni di generosità da un paese che ha l'esercito alla frontiera italiana non ne prendo, se la Francia si prende dieci barconi dalla Libia ne riparliamo». Infine la chiusura con stoccata calcistica: «Mi spiace solo che la Francia ai Mondiali stia battendo il Perù».

Insomma, come detto, la differenza di vedute tra Parigi e i paesi che come l'Italia subiscono in prima battuta le ondate migratorie resta notevole.

È passata appena una settimana e la finta tregua di Parigi sembra già lontana anni luce, segno che per risolvere davvero i problemi bisogna entrare davvero nel merito: una lezione per «l'amico Giuseppe», come Macron aveva chiamato Conte...

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