Mafia, Lombardo assolto. Calvario iniziato nel 2009

Ieri, dopo 12 anni di percorso giudiziario per l'ex presidente della Regione siciliana Raffaele Lombardo è arrivata l'assoluzione da parte della Corte d'Appello di Catania

Mafia, Lombardo assolto. Calvario iniziato nel 2009

Prima la condanna, poi il ribaltamento della sentenza con l'assoluzione, a seguire un annullamento dell'assoluzione con rinvio, e ieri, dopo 12 anni di percorso giudiziario, per l'ex presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, ex leader del Movimento per l'Autonomia, è arrivata una quarta sentenza, di assoluzione da parte della Corte d'Appello di Catania. Pesanti i capi di imputazione che pendevano sul suo capo: concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione elettorale. Per il primo reato la Corte d'Appello etnea ha stabilito che «il fatto non sussiste», mentre per il secondo che l'ex presidente siciliano «non ha commesso il fatto». La procura, con i pm Sabrina Gambino e Agata Santonocito, aveva chiesto la condanna a 7 anni e 4 mesi di reclusione, una richiesta ridotta visto che Lombardo ha scelto di essere giudicato con il rito abbreviato. Le accuse scaturivano dall'esito delle indagini svolte dai carabinieri del Ros di Catania su rapporti esistenti tra politica, imprenditori, «colletti bianchi» e Cosa nostra. Era il 2009 quando dall'inchiesta Iblis emergevano rapporti diretti tra il boss Rosario Di Dio, del clan mafioso Santapaola, e l'allora numero uno in Sicilia dell'Mpa, la cui vicenda giudiziaria iniziò nel dicembre di quell'anno. Gli investigatori si erano avvalsi anche di intercettazioni durante degli incontri tra soggetti coinvolti nell'inchiesta e Lombardo, che li ha sempre definiti di natura politica. Nello specifico, secondo la procura etnea, Lombardo avrebbe favorito clan mafiosi e ricevuto voti alle regionali del 2008, ovvero proprio quando fu eletto governatore. Lombardo ha sempre respinto le accuse sostenendo di non avere mai favorito la mafia, semmai di averle nociuto. Alla lettura della sentenza non era in aula ieri. Ha ammesso di aver temuto per una «liberazione» a metà, ovvero che la Corte d'Appello si esprimesse per l'assoluzione dal concorso esterno in associazione mafiosa e restasse ancora pendente il reato elettorale.

In breve come era accaduto già nel marzo 2017 con la prima sentenza di Appello che lo assolveva dal concorso esterno, ma lo condannava a 2 anni, pena sospesa, per corruzione elettorale aggravata ma senza intimidazione e violenza, sentenza poi annullata, tre anni fa, dalla Cassazione con rinvio, disponendo, dunque, un nuovo processo con Lombardo accusato anche di concorso esterno in associazione mafiosa.

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