L'intervista di Matteo Renzi a Porta a Porta agita ancora di più i fragilissimi equilibri di un esecutivo sull'orlo di una crisi di nervi. I diktat lanciati al premier Giuseppe Conte (abolire il reddito di cittadinanza e scegliere tra la riforma della prescrizione e la permanenza di Alfonso Bonafede al ministero della Giustizia) hanno fatto esplodere il quartier generale pentastellato. "Stasera abbiamo assistito all'ennesima pagliacciata in tv da parte di chi ha paura e cerca costantemente la fuga", ha scritto Vito Crimi in un lungo post su Facebook in cui invita il leader di Italia Viva a chiarire " se si ritiene parte di una maggioranza o se invece sta" all'opposizione.
Da Palazzo Chigi non uscirà alcun commento ufficiale. Non questa sera. "Il presidente del Consiglio - fanno sapere all'agenzia Agi fonti vicine al premier - si riserva di rendere note le sue determinazioni nei prossimi giorni". Gli alleati di maggioranza non hanno la stessa pazienza. E non mancano di marcare la propria distanza dalle posizioni di Renzi. E, se dal Partito democratico fanno sapere che non tollereranno il suo atteggiamento ancora a lungo, nel Movimento 5 Stelle la pazienza sembrerebbe ormai finita. In un lungo post pubblicato su Facebook, Crimi non lascia spazio alle interpretazioni. "In ogni squadra la lealtà e l'affidabilità contano più di ogni altra cosa - tuona - si deve sapere su chi si può contare: chi cambia idea a giorni alterni o cerca sistematicamente la provocazione, è inaffidabile". Per il capo politico pro tempore dei Cinque Stelle, non è possibile accettare "ricatti e minacce di sfiducia ad un nostro ministro (Bonafede, ndr) da chi dice di stare in maggioranza". "Non è possibile prendere in giro gli italiani", si lamenta. "Se qualcuno vuole uscire da questo governo ha il dovere di dirlo senza nascondersi dietro la minaccia di una sfiducia individuale a un ministro". Da qui l'invito a chiarire quanto prima se il leader di Italia Viva si ritiene ancora "parte di una maggioranza o se invece sta con Berlusconi, Salvini e Meloni, visto che continua a votare con le opposizioni". Il riferimento, non a caso, è al braccio di ferro sulla prescrizione che ha visto il partito di Renzi votare ancora una volta con Forza Italia.
Per Crimi il Paese non ha bisogno dei "teatrini" messi in piedi da Renzi. "Distrazioni, litigi e sparate non ci interessano - dice - ogni giorno siamo impegnati a rispondere alle reali esigenze degli italiani. Ogni giorno - continua - siamo al lavoro per abbassare ancora di più le tasse, per aumentare i salari, per una giustizia più rapida ed efficace, per un ambiente più sano, per garantire la più ampia sicurezza ai cittadini, e molto, molto altro". Nonostante l'oggettiva difficoltà a tenere insieme la maggioranza giallorossa, Crimi si attacca ancora all'Agenda 2023 del governo. Un progetto che a suo dire è fatto di "azioni concrete per il Paese" e "dà continuità ai buoni risultati che abbiamo raggiunto fino ad oggi".
"Fatti, non parole: è di questo che ha bisogno l'Italia", è lo slogan usato dal capo politico pro tempore del Movimento 5 Stelle a chiudere il post su Facebook. La realtà dei fatto, però, è completamente diversa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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