Rischia di essere l'eredità più pesante della crisi di governo in questo inizio di 2021. Un ritardo che può costare carissimo a imprese e lavoratori autonomi.
Il ministero dell'Economia ha annunciato da tempo un nuovo scostamento di bilancio da 20 miliardi. Deficit extra da contabilizzare sul 2021 per finanziare i nuovi ristori a favore di imprese e professionisti penalizzati dalle chiusure imposte dalla normativa sul Covid. Approvazione data per scontata fino a pochi giorni fa, oggi a rischio a causa delle difficoltà che sta attraversando la maggioranza.
Quanto sia importante il tema lo dimostra il fatto che ieri il premier Giuseppe Conte ne a fatto una priorità. E forse uno scudo per favorire la sopravvivenza del suo esecutivo. «Mai come adesso dobbiamo lavorare per introdurre nuove misure di sostegno alle famiglie, ai lavoratori, alle imprese. A questo riguardo già la settimana prossima porteremo al Consiglio dei Ministri la richiesta di scostamento su cui poi il Parlamento sarà chiamato a esprimersi, così da poter varare un nuovo decreto-ristori per alleviare le difficoltà in particolare degli operatori economici», ha scritto il premier in uno post su Facebook.
L'ultima autorizzazione chiesta dal governo risale a novembre. Otto miliardi autorizzati da tutti i partiti, comprese le opposizioni.
Ora il clima è cambiato. La maggioranza di governo è troppo fragile per affrontare un voto a maggioranza assoluta, in particolare al Senato, dove la coalizione giallo-rossa può contare su una manciata di voti.
Improbabile che le opposizioni si mettano di traverso. Ieri per Forza Italia il vicepresidente Antonio Tajani ha ricordato che l'esecutivo non ha avuto da noi «azioni ostili. Noi non abbiamo mai pensato di far cadere il governo sullo scostamento di Bilancio, abbiamo votato sempre a favore dell'interesse» del Paese.
Se l'azione di Conte si sta arenando è, quindi, esclusivamente per lo scontro interno alla maggioranza (tra Italia viva e il premier, ma non solo). Anche se il governo si dovesse assicurare un'altra volta il «sì» delle opposizioni a nuovo deficit, il «no» di un partito di maggioranza allo scostamento di bilancio suonerebbe comunque come un segnale di sfiducia gravissimo. Pericolo ben presente a Palazzo Chigi e anche in via XX Settembre, tanto che ieri il premier ha rotto il silenzio annunciando un consiglio dei ministri che si annuncia difficile.
La maggioranza è incartata in una crisi che rischia di fare passare in secondo piano anche il decreto ristori. Per Renato Brunetta di Forza Italia è probabile una crisi ed elezioni. Anche così «salterebbero i ristori, gli ammortizzatori, non si potrebbe votare il nuovo necessario scostamento di Bilancio di 25-30 miliardi».
Italia viva respinge l'indiscrezione di un ritardo del nuovo decreto Ristori a causa della trattativa sul Recovery Michele Anzaldi ha parlato di «mistificazioni».
Di certo è che le aziende, oltre agli effetti della pandemia e delle chiusure forzate, devono mettere in conto i rischi della crisi politica. Ieri sono arrivati i ristori del cosiddetto «decreto Natale». L'Agenzia delle entrate ha annunciato l'erogazione di 221mila bonifici per 628 milioni di euro. Arriveranno direttamente sul conto corrente dei titolari di partita Iva interessati dalle restrizioni dirette a contenere l'emergenza sanitaria. In tutto, ha sottolineato l'Agenzia, i contributi alle aziende erogati superano i 10 miliardi, accreditati con 3,3 milioni di bonifici sui conti correnti dei beneficiari in automatico o sulla base di specifiche domande.
Tardi e poco, secondo le categorie interessate.
Proprio ieri (prima dell'annuncio dell'Agenzia delle entrate) Roberto Calugi, direttore generale di Fipe-Confcommercio, ha ricordato che «ogni giorno» la confederazione riceve «decine di chiamate da parte di ristoratori e imprenditori che lamentano ritardi nell'erogazione dei ristori promessi dal governo. Quelli di Natale non si sono ancora visti, ma in moltissimi casi non sono stati corrisposti nemmeno quelli di novembre».
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