Di Maio flop nella Sicilia dei veleni

Solo 200 persone in piazza: tra inchieste e liti il M ovimento scoppia

Di Maio flop nella Sicilia dei veleni

La piazza, prudentemente, l'avevano scelta scenografica ma piccola. E già, perché visto il pasticciaccio brutto di Palermo tra firme falsificate e guerra di denunce tra grillini, il rischio che «quattro amici al bar» non fosse solo la chat del sindaco di Roma Virginia Raggi ma pure la fotografia del debutto della campagna grillina per le Regionali di Sicilia era concreto. E in effetti l'hanno azzeccata: perché per l'«IDay» del M5S, convocato all'ombra del Teatro Massimo, guest star il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, si sono presentate sì e no 200 persone. Pochine per quello che a settembre si annunciava come un imminente colpaccio del M5S nella doppia tornata elettorale siciliana: le amministrative di primavera a Palermo e le Regionali d'autunno.

Un flop annunciato. Che ha dato plasticamente l'immagine della spaccatura che, altro che caso Raggi, sta mandando in pezzi i Cinque stelle di Sicilia. Più dei presenti pesavano gli assenti. A cominciare dai cinque deputati nazionali, tre dei quali - Riccardo Nuti, Giulia Di Vita e Claudia Mannino - indagati per le firme falsificate e sospesi dal M5S. Per loro adesso si profila il processo, l'avviso conclusione indagini è di qualche giorno fa. Non c'erano neppure le deputate pentastellate non indagate Loredana Lupo e Chiara Di Benedetto. Ma il perché è presto detto. Ad accogliere Di Maio, infatti, c'era il candidato sindaco di Palermo vincitore delle Comunarie, l'avvocato Ugo Forello. Candidato sindaco grillino che i Cinque stelle indagati e i loro amici hanno a propria volta denunciato (lo accusano di avere spinto una grillina a collaborare con la Procura) realizzando così lo straordinario paradosso di un candidato sindaco indagato per fuoco amico.

Bel quadretto. Per una piazza, quella palermitana, che non scotta tanto quanto il Campidoglio giusto perché Palermo non è Roma. «Non era previsto un comizio - si affanna a spiegare lo staff - era solo una raccolta di proposte per le elezioni regionali dell'autunno prossimo. La gente era stata chiamata solo per fare proposte».

Di Maio comunque non si è scomposto. Passeggiata tra i vicoli del vicino mercato del Capo col già candidato sindaco Forello e il candidato governatore in pectore Giancarlo Cancelleri; considerazioni con assist alla Raggi in vista delle amministrative di Palermo in cui l'ennesima ricandidatura di Leoluca Orlando ha tagliato le gambe a tutti («Ho visto cassonetti colmi di spazzatura, a Roma non se ne vedono più»). E una mezza smentita a una voce che gira da un po': la candidatura a governatore di Sicilia del pm del processo sulla trattativa Stato-mafia, Nino Di Matteo: «Non gioco a fantacalcio - ha detto Di Maio - il nostro candidato governatore sarà scelto dai nostri iscritti». I banchetti del M5S in 150 piazze siciliane resteranno sino al 12 marzo.

Dopo il flop in piazza, Di Maio ha fatto anche una puntatina a «Via dell'Onestà», la trazzera realizzata coi soldi restituiti dai deputati regionali che ha ricucito Palermo e Catania quando il crollo di un viadotto della A/19 le ha divise.

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