Luigi Di Maio prova a ricucire con la Cina. È questo il primo obiettivo del nuovo ministro degli Esteri che, non appena arrivato nel suo nuovo ufficio, ha fatto una scelta: Ettore Francesco Sequi capo di gabinetto. Sequi è uno di quei nomi che può dire moltissimo sul nuovo corso dell'esecutivo giallo-rosso. Non è solo un uomo che conosce profondamente la diplomazia internazionale, ma è anche (e soprattutto) l'attuale ambasciatore italiano a Pechino. E basta questo per comprendere l'importanza di questo nuovo ruolo all'interno del ministero degli Esteri.
Di Maio, a quanto pare, è rimasto particolarmente colpito dalle critiche giunte dalla Cina appena nominato ministro. L'agenzia di Stato aveva parlato di un ministro sostanzialmente inadatto al ruolo, riferendosi alla poca conoscenza delle lingue. Ma dietro quel messaggio (poi scomparso) si annidava uno scontro ben più acceso. Pechino vuole garanzie e, finora, Di Maio e il suo Cinque Stelle non le hanno date. Tanto è vero che i primi atti del governo sono stati una conversazione telefonica trra Giuseppe Conte e Donald Trump e un consiglio dei ministri in cui è stato approvato il Golden Power sulle aziende straniere nel 5G italiano. In pratica, un decreto che si focalizza sui colossi cinesi.
Ora Giggino, preoccupato dal fatto che i cinesi possano dargli il benservito, corre ai ripari. La nomina di Sequi è un segnale chiarissimo ,visto che conosce perfettamente la Cina e Pechino, di conseguenza, conosce perfettamente una figura fondamentale nel sistema del ministero degli Esteri italiano.
Un segnale per tranquillizzare la Cina? Sicuramente. Anche perché è stato lo stesso Sequi a negoziare l'ingresso italiano nella Nuova Via della Seta. Per il neo ministro, di cui i cinesi non hanno dimenticato la gaffe del presidente "Ping", arriva l'ora della verità.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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