A ttendono di sapere chi vince per contrattare posti di governo e assessorati in cambio del loro sostegno. È la strategia del partito di Angelino Alfano, partito più di governo che di lotta, ormai adagiato nelle seggiole dei ministeri che contano. Una strategia che nei fatti è stata resa nota giovedì scorso in una conferenza stampa dove Angelino Alfano e Gaetano Quagliariello hanno presentato sette simboli diversi nelle sette Regioni che andranno al voto il prossimo 31 maggio. «Abbiamo sette simboli ma un unico progetto», ha spiegato il ministro dell'Interno. Dimenticando però un particolare di non poco conto. Nelle due Regioni ancora in bilico, Liguria e Campania, in cui il centrodestra è compatto e in cui si prefigura un testa a testa all'ultimo voto scompaiono dal simbolo di Ncd i nomi dei candidati governatori. In Liguria, dove Giovanni Toti starebbe incalzando la vincitrice delle «discusse» primarie del centrosinistra Raffaella Paita, il nome del consigliere politico di Silvio Berlusconi non figura nel logo presentato da Alfano. Stesso discorso vale per la Campania. Il nome di Stefano Caldoro, governatore uscente apprezzato anche da Matteo Renzi («È una persona seria», ha detto il premier), non si trova nel logo del partitino di Alfano e company. Il motivo? «Semplice - rivela al Giornale una fonte autorevole di Ncd - in Liguria e in Campania i candidati governatori sono di Forza Italia. È stato Angelino a volere così». Detto, fatto. Alfano scalda i motori e si prepara a salire sul carro del vincitore. Preoccupato dai sondaggi che stimano il suo partito sotto il 2%, il ministro dell'Interno sarebbe già pronto al ribaltone.
D'altro canto, se in Liguria la Paita dovesse vincere ma non raggiungere il 35% il centrosinistra sarebbe costretto a bussare alla porta delle truppe di Alfano per avere una maggioranza limpida in consiglio regionale. Si riproporrebbe così il modello dell'esecutivo nazionale guidato da Renzi. «Non sarebbe una novità perché Ncd ha giù sostenuto Paita alle primarie», ironizzano da più parti. Operazione appunto che il trio Alfano-Quagliariello-Lupi starebbe portando avanti, seppur sotto traccia, con l'ex governatore Claudio Burlando. Uno, due, tre assessorati? Non è dato sapere. Di certo, il dialogo si starebbe intensificando in questi ultimi scampoli di campagna elettorale. Difatti, al comizio di chiusura per Toti, insieme a Matteo Salvini, ci sarà soltanto la battagliera Nunzia De Girolamo, che si sta spendendo in lungo e in largo per tutto il territorio per ricostruire un nuovo rassemblement moderato che raccolga tutte le forze alternative a Renzi. Altri invece ritengono che Alfano e Quagliariello si stiano già preparando al flop elettorale.
Svelato il retroscena ligure, la Campania è un'altra storia. Anche se lì basterebbe riannodare i fili con Ciriaco De Mita (Udc), che in zona Cesarini ha strappato con il Ncd e si è accasato con lo sceriffo di Salerno, De Luca. In questo quadro si muoveranno Angelino e i suoi uomini. Guardando con interesse al partito della Nazione del leader del Pd e raccogliendo più poltrone possibili. Di diverso avviso è Pier Ferdinando Casini: «Caldoro è una persona seria credibile e per bene. È stato un punto di riferimento per Napoli e per il Sud, spero venga rieletto».
Twitter: @GiuseppeFalci
di Giuseppe Alberto Falci
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